Lo Stato stanzia i soldi per il Giubileo e Marino attacca Renzi: “Singolare comportamento, il 27 agosto dichiararono che non avrebbero stanziato nemmeno un euro. Renzi eliminandomi ha umiliato il voto libero”
Ignazio Marino non ci sta e attacca il Governo, che finalmente ha stanziato 200 milioni di euro ( i fondi andranno alla Sanità, al Trasporto, al Decoro e a diverse altre iniziative) in vista del Giubileo che inizierà a dicembre. L’attacco è dovuto al fatto che mesi fa a lui e alla sua Giunta fu negato qualsiasi aiuto economico, ma adesso, una volta forzata fine del suo mandato, ecco che è arrivato lo stanziamento
“Il Consiglio dei Ministri ha finalmente stanziato 200 milioni che serviranno a Roma per affrontare il Giubileo. Sono molto contento per la Capitale ma registro quanto sia singolare questo comportamento. La mia Giunta ad Aprile 2015 sottopose al Governo Italiano diversi e dettagliati progetti immediatamente cantierabili per migliorare la vita quotidiana dei romani (trasporti, manutenzione stradale, decoro, ecc.) e accogliere al meglio i pellegrini. Tuttavia esaminando, solo molti mesi dopo, le nostre richieste il 27 agosto a conclusione del Consiglio dei Ministri il Sottosegretario Claudio De Vincenti e il Ministro Alfano dichiararono nella sala delle conferenze stampa di Palazzo Chigi che il Governo non avrebbe stanziato nemmeno un euro per il Giubileo, al di là delle risorse di Roma stessa. E poi cosa è cambiato? Hanno messo fine in maniera traumatica e prematura alla mia esperienza amministrativa e, di colpo, arrivano anche i soldi da spendere. Per me non è una sorpresa, lo avevo immaginato e annunciato alcuni giorni fa in una trasmissione televisiva.
Poi Marino ha nominato il presidente del Consiglio, che per lui ha agito antidemocraticamente:
Come se non bastasse, dopo avermi eliminato per poter gestire direttamente 200 milioni il presidente del Consiglio continua a mentire agli italiani. Parlando oggi alla stampa, al termine del Consiglio dei Ministri, Renzi ha un’altra volta tentato sfacciatamente di far passare l’antidemocratica operazione di potere che ha portato al commissariamento del Comune di Roma come la conseguenza di una presunta “incapacità” di governare dell’Amministrazione. Eliminandomi, Renzi non solo ha umiliato il voto libero di centinaia di migliaia di romani, ma ha interrotto un’azione di pulizia che stava progressivamente risanando la città sia dal punto di vista economico-finanziario, sia dal punto della trasparenza amministrativa”.