Bollo sulle biciclette: l’emendamento presentato da un senatore Pd fa ancora discutere, anche dopo alcune puntualizzazioni
Sembra che in Italia non si riesca a vivere senza una polemica al giorno, ma quella che riguarda il bollo sulle biciclette va approfondita per capire cosa è successo e cosa potrebbe succedere. Procediamo con ordine. Marco Filippi, senatore del Partito Democratico, ha presentato un emendamento relativo alla riforma del Codice della Strada in Commissione Lavori Pubblici.
In poche parole, le biciclette verrebbero dotate di targa e soggette al pagamento di un bollo, come avviene con le macchine. La proposta ha fatto inevitabilmente infuriare gli amanti delle due ruote e lo stesso Filippi ha tentato di fare marcia indietro con alcune precisazioni.
Secondo il senatore, infatti, le novità non riguarderebbero i comuni ciclisti, ma soltanto i mezzi a pedali usati per il trasporto di merci e persone (ad esempio i risciò). Il rischio lamentato dai cittadini, però, è che la Polizia fermi e controlli qualsiasi bicicletta senza targa e con, ad esempio, delle buste della spesa sul manubrio, come accade spesso di vedere in molte città.
Per esaminare gli aspetti più tecnici di questo emendamento si può prendere spunto da quanto spiegato dal portale Laleggepertutti.it. Non si parla di bollo, ma di “idonea tariffa”, cioè un importo che verrebbe pagato da chi usa la bicicletta solamente per svolgere un lavoro.
La tariffa sarebbe dunque applicata anche alle motoslitte. Non ha convinto neanche la proposta di iscrivere le biciclette comuni in un registro nazionale, con numero di telaio incancellabile per ridurre il numero di furti. L’emendamento continuerà a far discutere, questa è l’unica cosa certa.