Arrestati padre e figlio per false denunce di smarrimento assegni a Pomezia. Entrambi erano già noti alle forze dell’ordine
Arrestati padre e figlio per false denunce di smarrimento assegni a Pomezia. A far scattare le manette gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Albano guidati dal Domenico Sannino. Imprenditori edili, V.L e V.V, rispettivamente 55 e 25 anni, erano già noti agli investigatori in quanto gestori di una discarica abusiva a Pomezia per la quale era stato disposto il sequestro.
L’accusa relativa alle false denunce di smarrimento è stata avanzata durante le prime indagini condotte dalla polizia del personale provinciale distaccamento Roma-Sud. Tra gli incartamenti, numerose fotocopie di denunce di smarrimento del suddetto titolo di credito, tutte riportanti l’intestazione del comune di Albano. Una successiva verifica ha dimostrato la mancata corrispondenza delle denunce fra gli atti d’ufficio ufficiali.
Presso gli istituti bancari dove padre e figlio sono correntisti, inoltre, ulteriori verifiche è stato constatato che, oltre ad aver depositato denunce di smarrimento in ordine ad assegni di fatto inesigibili per mancanza fondi, V.L. aveva anche presentato false quietanze di pagamento per assegni protestati.
Nel proseguo delle indagini, quindi, attraverso le analisi dei movimenti bancarie degli indagati, è stato possibile raccogliere importanti prove prove sull’opera di di falsificazione dei documenti e degli assegni. Terminati gli accertamenti di rito, il G.I.P. del tribunale di Velletri ha disposto con ordinanza l’arresto nei confronti di V.L. E V.V., eseguito dagli agenti del commissariato di Albano.