Caudo sullo stadio della Roma: “L’amministrazione pubblica ha fatto il suo, comunque. Mancava della documentazione e l’abbiamo segnalato”
Caudo, ex assessore all’Urbanistica della Capitale, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport per parlare del progetto dello stadio della Roma, del quale lui stesso si è occupato quando ricopriva la carica:
“Posso dare testimonianza del lavoro fatto dall’Amministrazione precedente. Questo è in sostanza un investimento privato, di fondi che sarebbero dovuti venire da fuori: un pull di banche che avrebbero finanziato il progetto. Tale investimento, poi, è chiaro che non venga fatto in un clima di incertezza politica. L’amministrazione pubblica ha fatto il suo, comunque. Mancava della documentazione e l’abbiamo segnalato quando abbiamo trasmesso tutto in regione il 15 luglio. Il dubbio vero è che questo non è un investimento pubblico a perdere, i privati mettono risorse se pensano di poter rientrare in un tempo certo. Ora non credo che nessuno metterebbe a repentaglio risorse in un contesto in cui non siamo certi dei tempi di rientro. La condizione del tempo e della stabilità non sono variabili indipendenti, infatti, noi tenevamo molto a rispettare i tempi, abbiamo tenuto il ritmo. Volevamo dare il segnale a tutti gli investitori stranieri: a Roma si può investire perché c’è un’Amministrazione che con rigore fa il suo. L’integrazione che è stata chiesta (parla di quella del 5 agosto) al privato non è stata ancora consegnata. C’è un atto importante che deve fare l’amministrazione comunale: indicando le fasi del progetto e tempi se come cittadini vogliamo che lo stadio si apra e vengano contemporaneamente realizzate le opere pubbliche. L’operatore che ha presentato il progetto è un operatore italiano che ha un accordo con la AS Roma, poi non è importante sapere di chi siano i fondi di investimento per la parte che attiene al privato. Certo è che in questo momento di instabilità, rimangono le perplessità”.
Di quali benefici godrà la Roma? Caudo durante l’intervista ha parlato di numeri e poi ha affermato che la costruzione dello stadio a Tor Vergata non sarebbe stata un problema:
“C’è un vincolo per l’AS Roma che dovrà giocare nella struttura. Se tale vincolo venisse rotto, c’è una penale di 170 milioni di euro da pagare. I benefici per la Roma? La Roma prenderebbe il 15% degli introiti, visto che riconosce un canone di affitto più o meno pari a quanto corrisponde oggi al CONI. L’AS Roma ne avrà un beneficio indiretto ma avrà sempre a che fare con società che sono comunque nell’Universo Roma. Gli importi? Sono 195 i milioni per le opere pubbliche a carico del costruttore. Lo stadio si poteva fare anche a Tor Vergata. Noi abbiamo valutato gli studi di fattibilità che ci hanno presentato ma non potevamo proporre soluzioni alternative”
Caudo ha anche parlato dei soldi necessari per le opere publiche:
“Ci sono 195 milioni di opere pubbliche a carico del costruttore, come dicevo. Non si possono aprire le attività, ogni caso, se almeno il 50% del pubblico (28.000 persone) non ne usufruisce arrivando con trasporto locale su ferro: metro e treno. La proposta finale prevede 60 milioni da investire per questo, a fronte dei 10 che erano stati indicati inizialmente. Abbiamo speso 270 milioni di euro per la nuvola di Fuxas e poi non sappiamo come arrivarci. Ora invece chiedevamo un investimento ai privati anche per cambiare il volto della città. Questo progetto dovrebbe tornare ad essere realizzabile e quindi dobbiamo creare quella stabilità che manca, di modo che i privati tornino ad avere interesse ad investire. Non possiamo affidarci solo alle risorse pubbliche. C’è bisogno dell’investimento privato anche con finalità pubbliche. Gli abitanti di Torrino e Decima aspettano da anni un sistema di trasporti. Deve arrivare lo stadio per fare un sistema di trasporto decente per queste persone? Il mio auspicio è che si faccia – ha concluso Caudo -, ma se fossi l’investitore che ci deve mettere i soldi me ne starei buono e tranquillo”.