Era l’11 febbraio 1929 quando Vaticano e Stato italiano firmarono i Patti lateranensi e posero fine alla cosiddetta questione romana, quella apertasi nel 1870 con l’invasione dello Stato pontificio e stabilirono le relazioni bilaterali tra Italia e Santa Sede.
Le trattative dei Patti lateranensi inizialmente furono segrete, poi qualcosa cambiò e quell’11 febbraio, correva l’anniversario dell’apparizione della Madonna di Lourdes, le due parti firmarono gli accordi.
Tre i documenti che li costituiscono: un trattato, un concordato e una convezione. Il trattato servì ad abrogare le leggi Guarentige, riconoscere l’indipendenza e la sovranità del papa sullo Stato della Città del Vaticano e che portò la Santa Sede a riconoscere Roma capitale del Regno d’Italia sotto la dinastia dei Savoia.
Il concordato definì le relazioni civile e religiose in Italia tra Stato e Chiesa e portò dei vantaggi proprio alla seconda visto che estese l’istruzione religiosa fino alle scuole superiori, concesse il libero esercizio del potere spirituale della Chiesa e concesse posizioni di favore a enti, funzioni e person ecclesiastiche.
La convenzione portò al parziale risarcimento di 750 milioni di un miliardo di lire in titoli di Stato al 5% nelle casse del Vaticano.
In seguito, il 18 febbraio 1984, Stato e Chiesa firmarono dei nuovi accordi.