L’8 marzo 1782, durante la Guerra d’indipendenza americana, i militari della Pennsylvania uccisero 90 Lenape (Nativi Americani) convertiti al Cristianesimo dai missionari nel cosiddetto massacro di Gnadenhutten. A causa delle scarse scorte, gli indiani erano tornati nei pressi dei villaggi per raccogliere gli alimenti, ma fu proprio in quel momento che i soldati della Pennsylvania guidati dal tenente colonnello David Williamson li scoprirono. I miliziani accusarono i Lenape di aver partecipato a un raid in Pennsylvania, accuse negate senza alcuna esitazione, ma il consiglio tenuto dai soldati decise la loro sorte: sarebbero morti. Qualcuno si oppose e si allontanò dalla zona rifiutandosi di partecipare al massacro di Gnadenhutten, ma questo non cambiò le carte in tavola e la mattina dell’8 marzo la milizia divise gli uomini dalle donne e bambini (i primi entrarono in un edificio e i secondi in un altro) e procedette con le brutali uccisioni. Persero la vita 90 uomini e tra questi anche donne e bambini. Solo due ragazzi si salvarono.
I militari, una volta compiuto il massacro, saccheggiò i villaggi. Non mancò indignazione, ma quell’azione rimase impunita, ma gli alleati dei Lenape cercarono vendetta.