Era il 23 marzo 1921 quando avvenne la strage del Teatro Diana a Milano. All’interno della sala, la Compagnia Darclèe stava portando in scena una rappresentazione de “La Mazurka blu di Franz Lehár quando un attacco dinamitardo causò la morte di 21 persone (quattro di loro morirono solo nelle ore successive) e il ferimento di altre 80 persone.
In Italia il clima sociale non era dei più semplici (basti pensare che anche l’orchestra che affiancava la Compagnia nel pomeriggio aveva protestato a causa del licenziamento di un collega e per qualche ora ci fu uno sciopero), si stavano ancora vivendo gli strascichi del cosiddetto “biennio rosso”, quello caratterizzato dalle tante lotte operaie e contadine e la strage del Teatro Diana avvenne per un motivo specifico: gli anarchici volevano protestare contro l’arresto di Enrico Malatesta, il loro capo, e colpire il questore Giovanni Gasti.
Ma l’attentato che causò tanto orrore e che colpì degli innocenti non fece che avvicinare la gente al movimento fascista di Mussolini, una delle tante voci che condannò quanto avvenuto.
Alle 22.40 circa la bomba esplose e l’avvio delle indagini fu immediato. A coordinare le forze dell’ordine fu proprio Giovanni Gasti, il questore indicato come il bersaglio principale dell’attentato (si pensava si trovasse in appartamento sopra il teatro), che rivolse le attenzioni su Antonio Pietropaolo, un giovane anarchico rintracciato in corso Monforte dopo un inseguimento. Furono una decina gli anarchici arrestati come potenziali autori della strage del Teatro Diana. Alcuni riuscirono a fuggire, altri dovettero fare i conti con il processo e la sentenza del 1° giugno, che individuò autori e complici: Ettore Aguggini, 19enne, Giuseppe Mariani, 23enne, e Giuseppe Boldrini, 28enne, furono condannati all’ergastolo e altre 16 persone subirono una condanna tra i 4 e 15 anni di carcere.
Lo stesso Malatesta disapprovò l’attentato in quanto ritenne che l’azione non fece altro che contrastare la volontà degli operai e dare vantaggio a coloro che volevano opprimerli.