I Rioni romani sono in tutto 22 e il nostro viaggio attraverso di essi oggi ne conterà altri tre, quello di Regola, S. Eustachio e Pigna. Andiamo a scoprire insieme qualcosa di più sul loro conto dopo aver accennato a quelli di Campo Marzio, Ponte e Parione.
Rione Regola – Il suo nome deriva da arenula, la rena del Tevere. Rione fra i più misteriosi e affascinanti dell’intero lotto. In nessun’altra zona della Capitale, infatti, è così evidente il mix di vecchi palazzi patrizi e modeste case di artigiani, caratteristica di spicco della “Vecchia Roma“. Il Rione è aperto verso il Tevere e occupa il lato sud della grande ansa. Questa la sua delimitazione: via del Progresso, via di S. Maria del Pianto, piazza Benedetto Cairoli, via de’ Giubbonari, piazza Campo de’ Fiori, via de’ Cappellari, via del Pellegrino, via de’ Banchi Vecchi, via delle Carceri, vicolo della Scimia, riva sinistra del Tevere fino all’altezza di via del Progresso.
Rione S. Eustachio – Oggi l’origine del suo nome è limitato a quello della chiesa che sorge nella piazza omonima, ma un tempo era conosciuto come S. Eustachio e della Vigna di Tedemario, possidente romano – alcuni dicono tiburtino – proprietario di un fondo nei pressi del Circolo Flaminio. Il rione è dedicato al centurione romano Placido, battezzato Eustachio. La leggenda narra che il soldato vide un cervo con una croce in mezzo alle corna – tale simbologia è ripresa anche nello stemma del rione stesso – durante una battuta di caccia e proprio per questo si convertì al cristianesimo; evidentemente prendendo il suo incontro con l’animale quale segno premonitore. Il cambio di religione lo portò insieme alla famiglia di fronte ai leoni per non aver rinnegato la religione cristiana, ma gli animali lo risparmiarono, insieme alla moglie e ai due figli. Ma i suoi detrattori non vollero sapere di risparmiarlo e dopo essere sfuggito miracolosamente alle ferie, Placido fu rinchiuso in un toro di bronzo infuocato con moglie e figli e tutti finirono martiri. La sezione rettangolare del rione S.Eustachio appartiene al leggendario labirinto della platea tiberina e abbraccia numerosi monumenti. Questa la sua delimitazione: largo Arenula, via di Torre Argentina, via e piazza della Rotonda, via del Pantheon, piazza e via Maddalena, piazza e via del Campo Marzio, via della Stelletta, via dei Portoghesi, via dei Pianellari, piazza e via S. Agostino, corso del Rinascimento, via dei Chiavari, via dei Giubbonari, piazza Benedetto Cairoli, via Arenula.
Rione Pigna – Il suo nome deriva dalla pigna bronzea, oggi custodita nel cortile omonimo in Vaticano. La pigna bronzea era posta, in base ad alcune testimonianze, come fontana al centro dell’Iseo Campense, mentre secondo altre come elemento decorativo delle Terme di Agrippa, dove fu appunto rinvenuta. La pigna, però, si trovava già di fronte alla basilica di S. Pietro nel XII secolo, ma il rione non ne aveva ancora acquistato il toponimo. E Allora? Allora il nome del rione potrebbe derivare addirittura dalla Regio Pineae, quando il termine Vigna si sarebbe tramutato volgarmente in Pigna. Il Rione Pigna è infatti legato a doppia mandata con quello di S. Eustachio, comprensivo della Vigna di Tedemario, il cui possedimento si spingeva in parte proprio nella Regio Pineae. Rimane in ogni caso un rione monumentale, con il Pantheon e il Gesù, la Minerva e S. Ignazio, in cui le case private sono sopraffatte dalla grandezza delle opere e le strade sono più simili a gole montane che a vicoli di città. Queste le sue delimitazione: piazza Venezia, via del Corso, via del Caravita, piazza di S. Ignazio, via del Seminario, piazza e via della Rotonda, piazza di S. Chiara, via di Torre Argentina, largo Arenula, via Florida, via delle Botteghe Oscure, via e piazza di S. Marco.
Il nostro terzo appuntamento si conclude qui, ma spero di aver dato, a voi lettori, ulteriori spunti di ricerca parlando di Placido/Eustachio e la Pigna Bronzea, così da poter approfondire secondo vostro piacimento, oppure aspettando il nostro consueto appuntamento. La prossima volta parleremo dei Rioni romani di Campitelli, S. Angelo e Trastevere.