È praticamente impossibile far diventare “simpatico” agli occhi degli italiani il canone Rai: l’ultimo approfondimento del portale Laleggepertutti.it, poi, non fa che peggiorare la situazione.
In effetti, se ne parla poco, ma sordomuti e non vedenti non hanno alcun diritto all’esenzione dal pagamento, un paradosso davvero incredibile. Come è possibile? Il canone Rai deve essere pagato in caso di possesso di un apparecchio, cioè il televisore, ma vale anche per la radio.
L’azienda ha previsto per chi non vede e non sente soltanto il versamento in undici rate e nient’altro. L’Unione Italiana Ciechi ha ricevuto molte mail che pretendevano chiarimenti sulla vicenda, messaggi a cui ha risposto sempre alla stessa maniera: il canone va pagato per intero. Stesso discorso vale anche per i sordomuti.
Alla Rai è stata chiesta l’agevolazione e l’unica risposta è stata un rifiuto secco e categorico, visto che i programmi televisivi sono sottotitolati. In realtà, non è proprio così: i sottotitoli non sono previsti per le dirette e per le trasmissioni di tutti i canali digitali. Per il momento, dunque, c’è ben poco da fare.
28 Maggio 2016 @ 11:56
Non vogliamo agevolazioni, vogliamo l’accessibilità obbligatoria per Convenzione Onu Persone Disabili, ratificata anche dall’Italia, e la Rai, che vive di denaro pubblico, non può permettersi più di escludere tanti italiani, e di pretendere pure che paghino come e per gli altri, che ci vedono e ci sentono. Ci sono altre associazioni in Italia, che seguono le disabilità sensoriali, una di queste e la più attiva nel campo da 10 anni, è Blindsight Project Onlus (che ha reso accessibili anche i festival del cinema, fornendo sottotitoli e audiodescrizione. Per approfondire su come stiamo lavorando da 10 anni per avere accessibilità c’è questa intervista, che spiega cosa succede in Rai, cosa fa per non prendere sanzioni dall’Europa, in quanto la tv più inaccessibile in assoluto. Nessuna agevolazione quindi, ma un aggiornamento al nostro millennio, anche con il glossario, ad esempio le persone sorde non amano farsi chiamare “sordomuti”, e dire “i non vedenti” esclude ogni persona ipovedente, poi non bello scriverlo senza mettere prima la parola “persona”, che sia cieca o ipovedente non conta, siamo disabili sensoriali, disabili uditivi o disabili visivi, in primis però siamo “persone”, una parola che manca sempre quando si tratta il tema disabilità. L’intervista da Disabili.com http://www.disabili.com/aiuto/articoli-qaiutoq/audiodescrizione-e-sottotitolazione-nella-tv-pubblica-a-quando-la-parita-per-i-disabili-sensoriali, sul canone Rai in bolletta, per una tv dedicata a udenti e vedenti, gli altri giù dalla Rupe Tarpea, non prima però che abbiano pagato il canone. (Laura Raffaeli, presidente Blindsight Project Onlus http://www.blindsight.eu).