Scoppia un nuovo caso a Roma e stavolta riguarda gli appalti della Metro C sui quali la Procura di Roma lavora da diverso tempo visto è nota l’apertura di una serie di fascicoli aperti per verificare gli stessi appalti e le cause dei ritardi nella consegna dell’opera. Gli indagati, tutti ex amministratori locali o dirigenti, sono 13: il direttore tecnico Luigi Napoli, il consigliere di amministrazione Massimo Palombi, il responsabile unico del procedimento Giovanni Simonacci, i consiglieri del Cda, Luadato e Nardi, il responsabile unico del procedimento Sciotti. Per Metro C finiti nel registro degli indagati sono: il presidente Franco Cristini, l’ad Filippo Stinellis e il dg Francesco Maria Rotundi e il direttore dei lavori Molinari. E tra i nomi figurano anche quelli di Guido Improta, ex assessore alla mobilità nell’era Marino, ed Ercole Incalza, ex dirigente del ministero dei Trasporti.
Per tutti loro si ipotizza il reato di truffa aggravata ai danni di enti pubblici. Per i pm alcuni degli indagati hanno indotto “in errore il Cipe quanto all’emanazione della libera autorizzativa del pagamento, lo Stato, la Regione Lazio e il Comune di Roma, enti co-finanziatori della costruzione della linea C della metropolitana di Roma, circa il dovuto pagamento dell’importo di 230 milioni di euro a titolo di ‘somme’ così procurando un ingiusto profitto al General contractor Metro C, in quanto la somma non era dovuta“.
In un secondo momento, alcuni degli indagati hanno “indotto in errore Stato, Regione e Comune di Roma fino al 1° agosto 2014 quando vennero stanziati 90 milioni di euro, quale tranche della prima fase dei lavori”.
Le due somme di denaro, secondo l’accusa, non sono altro che il frutto di “artifici e raggiri circa la consistenza delle riserve finanziarie, ma anche di procedure illegittime e illecite consumatesi negli uffici della amministrazione comunale, segnatamente l’assessorato alla Mobilità e negli uffici del ministero delle Infrastruttura, dove lavorava Incalza”.