Era il 24 luglio 1991 quando Isaac Bashevis Singer, scrittore nato Leoncin il 14 luglio 1904, morì a Miami. Trascorse la sua infanzia in due città vicino Varsavia, città in cui si trasferì a tre anni insieme al padre rabbino chassidico e alla madre per via degli impegni del primo. Nel frattempo fu educato secondo la tradizione ebraica, tanto che studiò su libri scritti in ebraico e aramaico. Come i suoi fratelli Esther e Israel Joshua, anche lui si appassionò alla letteratura e sin da piccolo iniziò a inventare racconti propri.
Abbandonò il Seminario, tornò a Varsavia, iniziò a lavorare per la rivista pubblicata dal fratello Israel e nel frattempo tradusse alcune opere di Knut Hamsun, Gabriele D’Annunzio, Stefan Zweig e altri in lingua yiddish. Nel 1929 morì il padre e lui aiutò il fratello a compiere ricerche storiche per un romanzo. Conobbe Runia Shapira e con lei ebbe il figlio Israel. Pubblicò racconti e un romanzo per la rivista Globus, di cui fu condirettore, poi nel 1935 entrò a far parte della redazione di “Forverts”, un quotidiano yddish per il quale lavorò in qualità di corrispondente estero. Gli anni del dominio nazista stavano portando all’antisemitismo e lui per non correre pericoli si trasferì a New York, dove il fratello, invece, si era già trasferito anni prima. Con lui, tuttavia, non partirono moglie e figlio visto che la prima divenne comunista e poco dopo andò a Mosca e poi in Palestina.
Negli USA incontrò Alma Haimann, immigrata tedesca che sposò nel 1940. Fu in quel periodo che iniziò a tradurre in inglese i suoi racconti. Gli anni Quaranta furono segnati anche dalle perdite: prima il fratello Israel morì d’infarto, poi toccò alla madre e al fratello Misha, entrambi catturati in Polonia e deportati.
A guerra finita pubblicò a puntate il romanzo “La famiglia Moskat”, apprezzato soprattutto dalla comunità ebraica della Grande Mela, mentre nel 1957 pubblicò la sua prima raccolta in inglese. Intanto riuscì a ricongiungersi al figlio e dal quel momento gli fece visita più volte in Israele. Continuò a scrivere articoli, racconti brevi (che lo resero famoso negli States), romanzi (18 in tutti), libri per bambini (14), saggi e recensioni, usando anche pseudonimi come Yitskhok Bashevis in ambito narrativo e Warshofsky in ambito giornalistico (non fu il solo pseudonimo da lui utilizzato).
Negli anni ricevette anche otto lauree ad honorem e nel 1978 vinse anche il premio Nobel per la Letteratura. Continuò a pubblicare e prima uscì “Ricerca e perdizione”, poi “Il penitente”, “Il re dei campi” e “La morte di Matusalemme e altre storie”. Il 24 luglio 1991 morì a Miami dopo alcuni infarti.