La Lazio cambia anche il responsabile della comunicazione e oggi lo presenta in sala stampa, dopo la conferenza di Ciro Immobile. L’uomo scelto da Lotito è Arturo Diaconale, che ieri ha detto di puntare tutto sul dialogo per ricucire il rapporto con media, tifosi e città. A presentarlo è il presidente Lotito:
“Come dicevo l’ultima volta, nella Lazio è in atto una ristrutturazione. La presenza di Arturo Diaconale significa la testimonianza della ricerca assoluta delle qualità delle persone senza scalfire quanto fatto. Non dovete dimenticare che quando sono arrivato questa società non aveva nulla: non aveva una radio, non aveva una TV. La Lazio ha costruito dal punto di vista societario, ma a livello comunicativo non le è stato riconosciuto e per questo ho ritenuto indispensabile avvalermi di una figura autorevole. Abbiamo fatto tante cose, ma si rappresentano solo cose negative della società e questo significa che c’è qualcosa che non va e che bisogna cambiare il modo di interloquire. Voglio una stagione nuova, con una persona nuova che possa. svelenire l’ambiente e far sì che vengano riconosciuti i meriti. E se le cose non vengono fatte bene le critiche saranno giuste. De Martino continuerà nella sua opera meritoria, si tratta di dare una linea di comunicazione che venga riconosciuta a livello nazionale e internazionale, che sia autorevole. Voglio togliere gli alibi a tutti. Diaconale è la persona giusta per una stagione nuova basata sul dialogo e il rispetto dei ruoli. Vorrei che la comunicazione sia approntata all’insegna dell’autorevolezza. I giornalisti devono essere all’altezza. Tutti gli altri a noi non interessano. Tutti chiedono professionalità, ricominciamo da capo. De Martino si occupa della radio, della tv e del giornale. Diaconale è il responsabile della comunicazione e il nostro portavoce. Voglio vedere che succede. E se certe persone avranno il coraggio di proseguire con un certo atteggiamento”.
Poi ha preso parola Diaconale:
“Ringrazio il presidente per la fiducia e la manifestazione di stima e anche per l’occasione che dà a un giornalista e tifoso della Lazio di occuparsi della comunicazione della società che tifa fin da bambino. Credo nella possibilità di dialogare con tutti e senza pregiudiziali nei confronti i nessuno, ma pretendendo la stessa onestà e lo stesso rispetto che do agli altri. Il compito che mi affida il presidente è affascinante: dobbiamo creare un nuovo clima intorno alla squadra e alla sua immagine. Interessante uno spunto di Sconcerti sul Milan e i tifosi che hanno protestato con Berlusconi. Lui sta lì e nel bene e nel male ha fatto la storia del club. Lotito sta qua, negli ultimi 12 anni ha fatto la storia della Lazio e si prende magari le aggressioni di quelli che sanno che possono aggredirlo. Creiamo una nuova stagione di ritrovato affetto nei confronti della Lazio. Senza il ritorno dei tifosi allo stadio si stempera quel clima perché lo stadio dà senso alla comunità, quella comunità che è radicata nel territorio. Se io potrò contribuire sarò felice di farlo e voglio farlo insieme a voi. Mi piacerebbe incontrarli in maniera informale per fare una chiacchiera, per far manifestare il proprio sentimento e io cercherò di recepire. Inizieremo un percorso importante. La squadra che si sta costruendo è importante, Peruzzi è una persona di carisma e io cercherò di fare il possibile per svolgere questa funzione”.
SULLA LAZIALITÀ – “La Lazialità è una storia, è una tradizione, sono i sentimenti che uno si porta da bambino. Per me è aver assistito a Padova-Lazio a 11 anni e aver visto questo unico bambino a un gol di Selmosson che lo fece impazzire. Ognuno ha un ricordo. Lazialità è ricordare quando si andava allo stadio con il padre. Dobbiamo recuperare il clima gioioso, mi dà fastidio vivere in un clima di super tensione e il gioco del calcio deve essere vissuta in maniera diversa. La Lazilità è uno spirito un po’ aristocratico. Sembrerà strano, ma la Lazio veniva considerata la squadra dei signorini e anche allo stadio c’era questa sensazione”.
“Io non posso pensare di poter interferire sul carattere del presidente Lotito. Cercherò di suggerirgli di favorire una maggiore comprensione. La mia presenza qui è un atto di fiducia nei confronti dell’intelligenza del presidente Lotito”.
I PRIMI CONTATTI – “Mi ha chiamato il 25 luglio mentre stavo in consiglio di amministrazione RAI, sono uscito e mi ha chiesto, poi ne abbiamo parlato ed eccoci qua”.
LOTITO SUL COMUNICATO DELLA NORD – “Lo scopo è quello di riportare la normalità in cui ho detto determinate cose. I risultati si ottengono solo con l’apporto di tutti e quando esiste una comunione d’intenti si possono ottenere certi risultati, altrimenti non si ottengono. Oltre alle qualità del gruppo è importante il clima intorno a loro e quando è negativo non c’è risultato agonistico. Sicuramente tutto ciò che porta armonia è ben accetto, ma se devo scegliere tra la legalità e il consenso sceglierò sempre la legalità. Quando ho portato Peruzzi in giro per il centro è rimasto sbalordito. Mi ha detto che ho trasformato tutto e che quando c’era lui avevano il problema dell’acqua calda. Parliamo dell’era Cragnotti. Questa è l’impronta dell’organizzazione e dell’ordine, che significa regole per tutti. In Italia vengo considerato come una persona capace, a Roma come un delinquente che toglie i sogni ai tifosi. Ieri sono stato 7 ore nel centro sportivo a lavorare per la Lazio, questo non viene riconosciuto ma vengo considerato un padrone. Non siamo stati in grado di vendere bene quello che abbiamo fatto. Insieme a De Martino abbiamo costruito tante cose, siamo stati i primi ad aprire una radio. Abbiamo una tv di qualità e una rivista che le altre società hanno abbandonato. Vogliamo dare ai tifosi degli strumenti per essere partecipi. Abbiamo una catena di negozi, questo è diventato un demerito. Abbiamo un pullman di proprietà, cosa che la Lazio non aveva mai avuto nella storia. Tutte le società hanno il pullman, ma in gestione. Con la nuova Comunicazione vogliamo riportare entusiasmo, non è un problema economico. La Lazio oggi non chiede, è autonoma, è libera e indipendente. Anzi, dà suggerimenti su come agire nel mondo del calcio, ma questo viene considerato un elemento negativo. Tutti insieme dico: ripartiamo. Dobbiamo valorizzare quello che siamo, rischiamo di perdere tutto quello che abbiamo costruito in più di 100 anni di storia. Abbiamo fatto sforzi sovrumani per salvare la nostra identità, altre società sono nate dal fallimento. Noi siamo ancora quelli nati nel 1900”.