Durante la campagna elettorale le Olimpiadi hanno rappresentato uno dei cavalli di battaglia di Roberto Giachetti, candidato sindaco del centrosinistra che attualmente occupa il banco dell’opposizione. Anche oggi l’esponente del PD continua a parlare della competizione, dell’opportunità che rappresenta per Roma e, attraverso un post pubblicato sul proprio profilo Facebook, spera che anche i cittadini abbiano voglia di vedere la Capitale protagonista nel 2024:
UNA POSSIBILITÀ – “In questi mesi ho detto tante volte che vorrei i romani non dovessero solo affrontare le loro olimpiadi quotidiane, quelle per andare al lavoro con i mezzi pubblici, quelle delle buche, della poca sicurezza, dei cassonetti pieni, delle infrastrutture inadeguate per i disabili o per i passeggini. Ma anche quelle con i 5 cerchi. Quelle che potrebbero portare alla nostra città orgoglio, voglia di dimostrare che possiamo fare e bene le cose, come abbiamo dimostrato di saper fare con il Giubileo del 2000.
LE MIGLIORIE – “Essere in Italia, ascoltare a cuore aperto l’inno nazionale, stretti attorno al fantastico o alla fantastica atleta che avrà la medaglia d’oro al collo e farlo, finalmente, dentro le vele di Calatrava finite, un posto bellissimo, di cui andare fieri, che rimarrebbe ai romani, ai tanti studenti di Tor Vergata, a chiunque creda nello sport e nel proprio Paese, nella propria città. Un posto da raggiungere con la Metro, non isolato dal centro.
AI ROMANI – “Mi piace chiudere gli occhi e pensare che tutto questo Roma e i romani se lo possano meritare. Essere visti come irrecuperabili (come le vele) è un dolore incredibile, una ferita nell’orgoglio di ciascuno di noi che dovrebbe scuoterci fino a svegliarci dal torpore in cui siamo caduti da troppo tempo. Sarebbe bello che tutti i romani, qualsiasi sia il loro credo politico o religioso, decidessero di sospendere ogni faida e inimicizia e provassero a credere insieme in Roma 2024. Garantendo sicurezza, legalità, rispetto reciproco e senza sprechi. Sarebbe un esempio di civiltà importante da cui ripartire. Sarebbe un sogno ad occhi aperti che un po’, dopo tanti anni difficili, ci meriteremmo”.