Palazzetto Zuccari è fra gli esempi capitolini e italiani più importanti di casa d’artista. Costruito per volere di Federico Zuccari nel 1590, l’artista urbinate arrivò quasi a sperperare tutte le sue ricchezze per la sua realizzazione.
Palazzetto Zuccari può essere definito a tutti gli effetti una rivisitazione in grande stile del palazzo Zuccari di Firenze. Realizzato in stile manieristico, Federico Zuccari lo volle sontuoso, capace di rispecchiare il suo estro e la notorietà raggiunta.
Palazzetto Zuccari si trova tra via Gregoriana e via Sistinia, in piazza Trinità dei Monti, proprio sopra dove un tempo sorgevano i giardini di Lucullo. In parte ridimensionato nel suo progetto iniziale – come ho già detto l’artista fu quasi sul punto di rovinarsi per portarne a termine la realizzazione – nel 1609 fu lasciato prima in eredità all’accademia degli artisti, dimora a sua volta di Maria Casimira di Polonia nel 1702 e poi prima casa romana dei Fratelli delle Scuole Cristiane nel 1756.
Passato di mano in mano, infine tornò in dote alla famiglia dell’artista grazie all’avvocato Federico Zuccari, ultimo discendente della famiglia, il quale poi lo vendette a Henrichetta Herz prima della sua morte avvenuta nel 1913.
Ma cosa rende così particolare palazzetto Zuccari? La risposta è le decorazioni e più nello specifico le cornici di porte e finestre esterne che ricordano i mostri dei Giardini di Bomarzo e lo stile fantasioso di fine ‘600.
Inizialmente, il palazzetto Zuccari era composto solo da tre corpi: lo studio che si affaccia su piazza Trinità dei Monti, la casa in senso stretto che si affaccia su via Sistinia e il giardino, questo rivolto verso via Gregoriana.

Tra gli elementi caratteristici della casa d’artista voluta da Federico Zuccari, spicca fra tutti il contrasto fra la semplicità degli esterni e la ricercatezza invece degli interni grazie alla scalinata del salone, al giardino e alla galleria.
Lo studio ha forma trapezoidale, costituendo la punta dell’edificio o la ‘testa‘, volendo utilizzare una similitudine umana, mentre lo stemma di famiglia, costituito dai pani di zucchero, sono ancora ben visibili sulla trabeazione, alternati questi alle stelle comete, elemento anche questo imprescindibile dell’arme di famiglia. Dulcis in fundo, all’interno si trovano alcuni affreschi di Giulio Romano, provenienti da Villa Lante sul Gianicolo.
Ma una delle particolarità di palazzetto Zuccari è senza dubbio la forma dei tre mascheroni che affacciano su via Gregoriana. Queste riprendono alcune illustrazioni dell’artista utilizzate per raffigurare la porta dell’Inferno dantesco.

Perché tale scelta da parte dell’artista? Il motivo dovrebbero essere chiaro, del resto: quei mascheroni avrebbero dovuto stupire e allo stesso tempo spaventare il visitatore. Zuccari voleva che i suoi ospiti esitassero nell’attraversare la soglia della sua casa, ottenendo un certo timore reverenziale per poi essere ancor più colpito dall’incanto al contrario paradisiaco del giardino.
Di forma quadrata, con lati di circa 17 metri, il giardino sarebbe stato composto da un pergolato, come testimonierebbe un quadro sulla volta della loggia accanto a questo. In base ai dipinti che adornano la camera da letto del pittore, inoltre, era adornato con fontane e statue.
Il desiderio di solennità e la ricerca della bellezza in questo modo sarebbero stati per l’eternità i testimoni della grandezza e del successo dell’artista.
La Casina delle Civette di Villa Torlonia - newsgo
29 Novembre 2016 @ 11:59
[…] Casina delle Civette, dopo palazzetto Zuccari, è tra gli edifici più stravaganti della Capitale. Situato lungo la via Nomentana […]