Lo scorso 9 gennaio i giudici del tribunale di Roma hanno detto “no” alla scarcerazione di Raffaele Marra, ex capo del personale del Comune, e ieri sono state rese note le motivazioni:
“I motivi per cui Marra ha chiesto e Scarpellini ha erogato l’importante somma risiedono nel mercimonio della funzione che il dirigente pubblico ha accettato di fare in cambio di denaro. La vicenda è di rilevante gravità, nella misura in cui mette in luce la spregiudicatezza dei protagonisti, in particolare del Marra, che non ha esitato a mettere a frutto, da anni, la propria posizione pubblica per ottenere vantaggi economici da un imprenditore, come Scarpellini, con significativi interessi in sede locale”.
MARRA-SCARPELLINI – “Sin dal 2009 Marra si è messo a libro paga dell’immobiliarista e ancora nel 2016 ha dichiarato la propria fedeltà al patto già assunto, il che da un lato conferma la solidità del rapporto corruttivo tra i due, dall’altro è sintomatico della ferma intenzione del dirigente pubblico di proseguire sulla stessa strada che già importanti utilità economiche gli ha procurato. Marra è venuto meno da anni ai doveri di fedeltà, imparzialità e di perseguimento esclusivo dell’interesse pubblico” e ha dimostrato “di non avere il benché minimo scrupolo. Il pericolo di recidiva deve ritenersi attuale”.