I famosi arbusti di bosso (Buxus o Bucea in latino) da cui prende il nome la via, oggi non s’incontrano più. La strada un tempo percorsa dagli Etruschi oggi è percorsa da una grande quantità di automobili, bus e tir. Ma come è diventata via Boccea oggi? Traffico in tilt, il mercato di via Urbano II, collocato in una piccola via che taglia via di Boccea, amato e odiato al contempo dagli abitanti della zona, e che crea non poche problematiche. Tra queste il traffico in entrata e uscita da questa via e la mancanza di un semaforo all’incrocio con via Gregorio XI. Disagi a cui si aggiunge quello legato al via vai ogni mattina dalle 4 di camion e furgoni che allestiscono il mercato e le operazioni di allestimento del plateatico accompagnato dal rumore delle saracinesche dei box che si alzano e rumori che anticipano l’attività commerciale. Ed ora sono in molti nel quartiere ad avanzare la proposta di trasferirlo nell’area di Silvestro II dove c’è l’Auditorium che quest’estate è andato a fuoco, o al Forte Boccea.
Girando l’angolo tra il bar Lino, l’A.S. Roma Club e un negozio thai, ci si imbatte in una decina di internet point e “mini-market” gestiti da abitanti del Bangladesh che in questa zona, nel giro di pochi anni, hanno triplicato le loro attività. La convivenza con gli abitanti del quartiere è quasi sempre pacifica, ma spesso ci sono anche episodi di violenza come quelli di quest’estate quando un camion del mercato di proprietà di un cittadino del Bangladesh era andato a fuoco vittima di un incendio doloso. Perché così tanto astio da parte di alcuni abitanti? Forse perchè in tanti associano l’apertura di queste attività con il disagio sociale e l’avanzamento della criminalità organizzata, con lo spaccio di droga e altre attività illegali che nel quartiere da qualche tempo hanno preso piede.