Da domani al 2 aprile, il Teatro Quirino ospita lo spettacolo: “Erano tutti miei figli”, un dramma familiare nella sua sconcertante modernità.
Giuseppe Dipasquale, il regista, dice: “Nella prodigiosa struttura della pièce convivono allegoria e stringente concretezza. Un dramma familiare si fa paradigma dei traumi che travagliano ancora oggi la società postindustriale.
L’impianto concepito per la nostra messinscena trasporta lo spettatore dentro il perimetro di un interno alto-borghese, le cui pareti assorbono da anni verità malcelate e ansie manifeste di responsabilità troppo a lungo sottaciute. Un tono esteriore da “conversazione galante” rende anzi più inquietante la logica spietata su cui si fonda una ricchezza accumulata senza scrupoli, frutto di ciniche equazioni tra guadagno e disonestà, successo e frode, illegalità e menzogna. A prevalere è il modello della società di massa, la ricerca acritica di un benessere solo economico, inconsapevole o peggio incurante di conseguenze funeste. Laddove l’errore di un padre diventa incarnazione di un sistema perverso che minaccia i figli di tutti.
Miller non è un facile autore. Non lo è per la sua penetrante semplicità. Questo dramma, in particolare, è interamente costruito su un meccanismo che poggia sul modello della tragedia classica, ma reinventata sui moduli drammaturgici, del tutto moderni, del dramma borghese. Ne viene fuori una scrittura che ha la forza dell’acciaio e la limpidezza dell’argento. Tutto ciò avrebbe potuto spaventare il pubblico. Invece, con un appuntamento che puntualmente restituisce dalla platea lo stesso riscontro, il pubblico tributa allo spettacolo delle autentiche ovazioni.
La compagnia, in due anni di tournée, riscontra e riferisce con gioia di questo contagio emotivo che ha con il pubblico di ogni città. E questo è il miglior risultato che si possa sperare.
La sua sconcertante modernità. Joe Keller, la sua vicenda familiare e sociale, è il modello di una classe che ha invertito i valori. Questo dramma è la spietata analisi del fallimento del capitalismo contemporaneo che pur poggiando su principi condivisibili, ma vissuti nell’apparenza della loro consistenza, ovvero famiglia, casa benessere, ribalta nell’agire quotidiano le priorità. Miller propone una società che gioca con la vita, col denaro e pur anche con i sentimenti, senza che questo comporti, a volte consapevolezza del crimine. Solo un atto tragico, intimo, familiare, mette in discussione l’impianto, restituendo alla vicenda e ai suoi personaggi la necessaria catarsi”.
Luogo: Teatro Quirino, via delle Vergini 7.
Orari: da martedì a sabato ore 21. Domenica ore 17.
giovedì 30 marzo ore 17
Info e prezzi: botteghino 06.6794585
biglietteria@teatroquirino.it
