Roma, 18 marzo – Chiude Il Caffè Della Pace, storico bar di Roma dietro piazza Navona. La sentenza è definitiva. Il caffè verrà sfrattato da un istituto religioso tedesco, che avrebbe chiesto già alla Sovrintendenza il permesso di restaurare l’intero palazzetto che dalla fine dell’Ottocento ospita l’antico caffè al piano terra.
A oggi, oltre cinquemila firme sono state raccolte per evitare lo sfratto dell’Antico Caffè. A poche settimane dall’avvio dell’iniziativa dell’associazione Lupe-Roma e delle Botteghe Storiche di Cna, attori, registi, uomini e donne della cultura e dello spettacolo, hanno posto la loro firma per manifestare la solidarietà alla famiglia Serafini che da più di 50 anni gestisce il locale a due passi da piazza Navona, sfrattato dall’Istituto Teutonico Santa Maria dell’Anima.
La petizione è stata firmata dal critico d’arte Achille Bonito Oliva, dal pittore e scultore Enzo Cucchi, da Carlo e Marina Ripa di Meana, dalla principessa Ines Torlonia, da Roberto D’Agostino e perfino dagli Ambasciatori della Bosnia e della Croazia. In poco tempo si è costituito un cordone culturale intorno al ricordo e all’immagine di una bellezza che non si vuole correre il rischio di rovinare definitivamente.
In effetti dal 1° marzo lo sfratto è diventato esecutivo: i sigilli al caffè potrebbero scattare in ogni momento. Le voci di una trasformazione del palazzetto che ospita al piano terra l’Antico Caffè si susseguono, anche se non sono mai state confermate. Intanto un’interrogazione parlamentare della senatrice del Partito Democratico Daniela Valentini e la proposta di equiparare queste botteghe storiche a beni monumentali è stata avviata. Fallito, invece, ogni tentativo, di far sedere allo stesso tavolo proprietà e gestori. Le firme raccolte saranno inviate al sindaco Marino e agli assessori competenti con la speranza di mantenere alta l’attenzione sul futuro del Caffè della Pace.
Questa vicenda ricorda la Casa delle Bambole della signora Cesaretti. La proprietaria ha lottato fino allo stremo arrivando perfino ad incatenarsi per non cedere allo sfratto. Alla fine la sua antica sede ha chiuso e lei ha trovato posto altrove.
La battaglia contro la chiusura del caffè dalla storia lunga 123 anni, finisce anche sui giornali stranieri. A parlarne anche The Guardian, che loda l’accoglienza riservata dal bar a tanti intellettuali e star internazionali, alle scene del film di Woody Allen To Rome with Love. L’iniziativa si può appoggiare online, recandosi al bar o inviando una mail al sito ufficiale. L’hashtag è #caffepace.