E’ caos. Al San Filippo Neri, chiude l’intero reparto di reumatologia. A darne la notizia, i 100 malati affetti da artrite reumatoide, in cura presso il prestigioso reparto e centro d’eccellenza per il trattamento di questa gravissima malattia autoimmune.
La notizia era già stata preannunciata dalla regione Lazio in un bollettino di circa un mese fa, il quale aveva immediatamente scatenato polemiche su polemiche, con i pazienti si sarebbero ritrovati senza cure e senza un’adeguata assistenza medica.
L’artrite reumatoide è una grave malattia autoimmunitaria altamente invalidante, che se non viene curata in tempo porta alla distruzione delle membrane sinoviali delle articolazioni. Le conseguenze di queste lesioni portano forti dolori, gonfiori e infermità.
Le persone affette da questa patologia vengono curate con dei farmaci biologi, medicinali che non si trovano in farmacia ma vengono distribuiti direttamente negli ospedali e al personale autorizzato. Il reparto reumatologia del San Filippo Neri costituiva, almeno fino ad ad oggi, un punto riferimento per tutti i pazienti affetti da questa malattia, anche perché pochi sono al momento gli ospedali in cui è in prova il nuovo tipo di trattamento. Gli unici ospedali autorizzati, infatti, sono quelli rientranti nel progetto Antares.
La chiusura del reparto reumatologia avrà una duplice conseguenza negativa, spiega Nicoletta Carcaterra, affetta da artrite reumatoide dall’età di 15 anni: la prima di non poter ricevere più le cure, la seconda, quella dovuta all’interruzione della cura, quando in realtà la somministrazione del farmaco dovrebbe essere periodica.
“Con l’ordinanza che attesta la chiusura del reparto, l’ospedale non è più ufficialmente Centro Antares e perde dunque di diritto la possibilità di prescrivere i farmaci biologici ai propri pazienti – ci spiega Nicoletta – In questo modo ci sono 100 malati in mezzo a una strada e altri 3.500 che necessitano di cure altrettanto importanti, anche loro non sanno dove andare”. Al San Filippo si sono infatti già avviate le procedure per chiudere mano a mano il servizio di assistenza. “Non è già più possibile prenotare una prima visita reumatologica, quindi per il momento si effettuano solo visite di controllo”, dice Nicoletta.
Dalla Direzione Generale dell’Ospedale, arrivano, però, quantomeno delle rassicurazioni: “Nessun paziente dovrà interrompere le cure. La continuità assistenziale sarà garantita attraverso la presa in carico di altri centri qualificati di reumatologia individuati dalla direzione del San Filippo Neri in accordo con i pazienti, seguendo le modalità indicate dalla Regione Lazio”, dice un comunicato stampa a firma del Commissario Straordinario Dottor Lorenzo Sommella, il quale però non rassicura del tutto i diretti interessati, perché “Oltre alla incertezza della cura, quello che preoccupa è anche la perdita di un medico che prima di tutto è un vero e proprio punto di riferimento – afferma Nicoletta – i nostri reumatologi conoscono a fondo le nostre storie e il percorso delle nostre malattie. Cambiare medico e struttura non è una cosa così facile nelle nostre condizioni”
Su 100 pazienti, 20 sono stati già collocati in altre strutture, ma non tutti vengono accettati nelle strutture alternative, colpa, pare, la mancanza di di budget. “Sta succedendo davvero una cosa vergognosa – prosegue Nicoletta – Non si capisce perché si sta chiudendo non solo un centro che funziona e che accoglie tante persone, ma che è anche fonte di prestigio. Siamo soli a combattere questa battaglia. Chiediamo l’aiuto di tutti”.
Roma, 21 Marzo
Occupato il reparto di reumatologia del San Filippo Neri - NewsGO | NewsGO
18 Aprile 2014 @ 19:06
[…] “Siamo stanchi dello sgradevole spettacolo a cui assistiamo da settimane” affermano. La chiusura del reparto, infatti, ha provocato il blocco delle cure con conseguenti difficoltà per i malati seguiti dalla […]