Oggi la direzione del PD in cui si deciderà il vice di Renzi. La minoranza del PD scalpita, in testa Orfini: “Se Matteo blinda la segreteria con due suoi vice, noi non ci stiamo”. I Giovani Turchi, capeggiati da Orfini, pretendono un ruolo importante nella direzione: l’organizzazione o gli enti locali. L’ipotesi dei due vice Serracchiani-Guerini non piace perché equivarrebbe a “renzizzare” tutto il partito. Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani potrebbero determinare quella rottura sempre latente. Come spesso agisce il coté di sinistra, l’unione è nell’opposizione, la minoranza è infatti all’unisono sul no.
Orfini è il messaggero dei “giovani turchi” e della corrente del no e minaccia di scissione il premier Renzi. L’ammorbidimento delle ultime settimane sfumerebbe se Renzi non cede a questo passaggio. Una reggenza da parte di Guerini potrebbe essere tollerata come ponte verso la conferenza programmatica sul partito è il tandem che crea lo spartiacque.Per alcuni è necessaria una tabula rasa, per altri una cogestione, alcuni pensano alle europee, altri al voto nazionale.
Debora Serracchiani si rende certamente disponibile come vice ma Pippo Civati tuona “questo è un partito alla deriva… siamo passati dalla mobilitazione cognitiva di Fabrizio Barca alla mobilitazione di Renzi”. Le vecchie correnti si stanno organizzando, come nel centrodestra. Martedì prossimo, segnala Repubblica, nascerà l’area che raggruppa bersaniani, lettiani, e parte dei popolari con a capo i leader Roberto Speranza e Guglielmo Epifani. Sarà una corrente anti renziana che cerca di dirsi già sicura di una metà dei parlamentari dem. Oggi e domani , infine, riuniti saranno a Pompei e a Stabia un gruppo di lettiani per Enrico Borghi e la sua “Comunità democratica”, aderenti Guglielmo Vaccaro, Carlo Dell’Aringa, Angelica Saggese.
Dopo aver pensato ai luoghi ideali di Barca, alle quote rosa, al bene nazionale, i democratici iniziano a sentire la fibrillazione di una campagna già iniziata e di una che possono coordinare, quella tutta interna al partito, per decidere responsabilmente o meno, le sorti del segretario e l’appoggio in parlamento. È iniziata la campagna elettorale.
Roma, 28 marzo