Se avvertite un forte dolore ai polsi, provocato da una infiammazione, ma l’ultima volta che avete giocato a pallavolo c’era ancora il Muro di Berlino, state pur certi che siete stati colti da una nuova malattia, una dolorosa frenesia da messaggio: ecco a voi la “Whatsappite”.
L’allarme è stato lanciato dalla rivista scientifica Lancet descrivendo il caso di una donna di 32 anni, presentatasi al pronto soccorso dell’ospedale di Granada, in Spagna, il giorno di Natale, con una forte infiammazione ai polsi. L’evento si era manifestato dopo una sessione di chat di ben 6 ore proprio sul celebre client di messaggistica istantanea, diffusissimo sugli smartphone: Whatsapp. “La diagnosi per il dolore bilaterale ai polsi è stata di “Whatsappite” – scrive Ines Fernandez Guerrero che ha descritto il caso – il trattamento è consistito in farmaci antinfiamamtori e astinenza totale dai messaggini, con un miglioramento solo parziale anche per il fatto che la paziente non ha seguito la prescrizione e ha scambiato di nuovo messaggi il 31 dicembre”.
Sono gli “effetti collaterali” dei nuovi stili di vita. Ed infatti la stessa Lancet sottolinea di come, negli anni 90, si manifestarono alcuni casi di “Nintendinite” dovuto all’uso eccessivo di una consolle della casa giapponese, che consisteva in un’infiammazione dei pollici. Forse è meglio una telefonata. Almeno quella allunga la vita.
Roma, 3 aprile