L’Ama deve pagare a Cerroni, il re delle discariche agli arresti domiciliari dal 9 gennaio scorso, 78 milioni di euro. Dopo un iter legislativo durato più di 10 anni, il lodo arbitrale tra la Colari dell’avvocato Manlio Cerroni e l’Ama è stato finalmente sciolto. A ricordare l’imminente decisione, ci aveva pensato nei mesi passati, il consigliere radicale Riccardo Magi attraverso un’interrogazione in Campidoglio, che aveva come destinataria Estella Marino, assessore all’ambiente: “Attualmente il giudizio è pendente dinanzi alla Corte d’Appello di Roma e all’udienza del 25 giugno 2013 la causa è stata trattenuta in decisione e si è in attesa della sentenza”, si legge in risposta all’interrogazione numero 549.2013 che porta la data del 26 marzo 2014.
Il risarcimento richiesto da Cerroni è centralizzato soprattutto sui maggiori oneri circa la gestione post mortem della discarica in concessione all’azienda municipalizzata, in relazione al prolungamento da 10 a 30 anni del periodo relativo alla gestione post chiusura secondo la direttiva comunitaria. In virtù di questo, il collegio arbitrale ha condannato l’Ama a pagare 76.391.533,29 euro, a cui si legano altri 847.067, 91 euro per i maggior costi sopportati in conseguenza dell’obbligo di consorzio di garantire il servizio anche nei giorni festivi. Un altro 1.133.115,33, vengono conteggiati quale ulteriore risarcimento per il turno di notte.
Il totale, quindi fa 78 milioni.
La risposta dell’assessore Marino all’interrogazione di Magi, naturalmente, non si è fatta attendere: “Per ciò che riguarda la presunta compromissione, a causa di detto lodo, dell’obbligo del Colari di provvedere alla gestione post mortem e al cosiddetto capping della discarica di Malagrotta, si segnala che, come previsto dalla legislazione vigente, nelle tariffe di servizio, nell’arco dell’intera durata del rapporto, era già compresa una parte relativa alla gestione post mortem”. Per questo motivo per Marino “ Colari ha sempre percepito da Ama in forza del contratto e per legge, ingenti importi a titolo di corrispettivo per la futura gestione post mortem”. Importi che “dovrebbero pertanto essere stato accantonati da Colari”. L’assessore solleva anche la questione delle garanzie assicurative per la gestione post mortem della discarica: “Ama ha ripetutamente interessato la Regione Lazio sull’importanza di tali garanzie e ne ha anche contestato l’assenza/insufficienza in sede di arbitrato” anche se beneficiario di tale garanzia è l’ente regionale. Conclude l’assessore: “E’ intenzione della scrivente della scrivente chiedere all’Avvocatura di Roma Capitale di stabilire se si possa profilare un eventuale danno erariale per l’Amministrazione”.
Questa la risposta dell’Assessore al consigliere radicale, alla richiesta di informazioni circa nuovi sviluppi giudiziari sulla vicenda, anche in concomitanza dell’ordinanza del sindaco che ha fatto sì che l’azienda continuasse ad utilizzare impianti come Malagrotta, anche quando questi erano stati inizialmente chiusi dal Prefetto Pecoraro. Un problema non da poco se si considera che tali impianti erano stati chiusi nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti del Lazio e poi riaperti in via del tutto straordinaria. Una decisione che ha aperto un ulteriore contenzioso fra la Colari e l’Ama, dove alla prima non vengono versati i soldi a copertura del servizio dell’impianto.
Roma, 7 aprile