“Roma Ladrona” era il refrain leghista in voga prima che Salvini decidesse di aprire una sede nella Capitale. A leggere, tuttavia, una ricerca del Messaggero, la Città Eterna, meglio sarebbe a dire, i suoi contribuenti, sarebbe titolare di un curioso record. Quello cioè dei più tartassati dalle imposte a fronte di servizi scadenti e poco soddisfacenti. Secondo Confcommercio il contribuente medio italiano paga giusto la metà delle imposte di un cittadino romano.
Secondo dati della Ragioneria comunale, infatti, posto come contribuente tipo quello che dichiara un reddito lordo annuo di 21.911 euro (1826 euro lordi mensili) al netto delle trattenute Irpef territoriali e nazionali, al netto dei contributi, si ritroverà un reddito pari a 1.389 euro. Se all’imponibile così ottenuto ci aggiungete anche quello che si prepara a versare sotto forma di Tasi e Tari nel corso del 2014, viene tracciata la figura tipo del contribuente tartassato.
Sempre secondo l’analisi del Messaggero, il contribuente di cui sopra verserà alle nelle casse del Campidoglio 918 euro così ripartiti: 197 euro per l’aliquota Irpef comunale dello 0,9 per cento; 412 euro (divisi in due rate) per la Tasi, questo se è proprietario di una prima casa che abbia una rendita catastale non superiore ai 1.000 euro; 309 euro che dovrebbe versare in media per le rate Tari (la tassa sui rifiuti). Su quest’ultima tuttavia il Comune potrebbe ancora intervenire con una serie di detrazioni per i redditi medi, ma non vi è ancora nulla di certo.
La qualità dei servizi rende merito a quanto viene versato?
Intanto, secondo quanto riportato da La Repubblica, sarebbe stata convocata una task force per discutere sul previsionale 2014. Dove – si è scoperto – mancano all’appello altri 60 milioni. Una novità destinata a sconvolgere tutti i piani. Costringendo la giunta a studiare nuove strategie.
Roma, 16 aprile