L’azienda dei trasporti di Roma, l’Atac, spende in media per i cellulari aziendali tra i 50 e i 70mila euro a bimestre, circa 400 mila euro l’anno, con casi di oltre 2700 euro al mese, ma con medie di 300 euro. L’accusa arriva dalle colonne del quotidiano La Repubblica, ma l’accusa ha immediatamente chiamato la replica dell’Atac, che ha voluto rispondere punto per punto.
“L’azienda si è affidata a Consip (ultima convenzione riferita al 2012, con durata biennale) e a Vodafone (gara con contratto attivo da febbraio 2013, anche questo con durata biennale) riducendo al massimo la spesa per gli apparati mobili. Al momento sono attive circa 9.000 utenze cellulari comprese le SIM per i sistemi dati degli apparati di controllo e telecontrollo (circa 1.100 utenze) come sottostazioni elettriche e MEB (macchine emettitrici di biglietti); la gran parte dei telefoni (circa 7.500 utenze) sono utenze “chiuse” e relative alla rete aziendale e sono messi a disposizione degli autisti e di personale operativo; alla maggior parte di questi (circa 6.000) è riferito il contratto Vodafone, peraltro di tipo “ricaricabile” e nella disponibilità degli autisti e personale di controllo e verifica”.
“La spesa per telefonia mobile e dati è sotto stretto controllo ed evidenzia una spesa media di pochi euro mese per ogni SIM, nonostante l’ampio volume di traffico telefonico che le varie utenze generano per evidenti ragioni di servizio, anche considerando che gran parte di questo traffico è limitato alla sola rete aziendale; Tutte le utenze “aperte” (ovvero con possibilità di effettuare telefonate al di fuori della rete aziendale) hanno l’obbligo del “dual billing” con addebito personale. Eventuali anomalie o usi impropri del telefono di servizio vengono segnalati alle strutture aziendali di riferimento e vengono perseguite senza indugio; Non risulta, negli elenchi Atac, alcun dirigente il cui numero inizi con le cifre indicate nell’articolo. L’azienda evidenzia che il caso citato era già sotto oggetto di verifiche il cui esito ha evidenziato un utilizzo legato alle attività proprie (scaricamento dati da apparecchiature di campo)”.
Infine il chiarimento: “Atac stigmatizza il comportamento di tutti coloro che operano per gettare discredito sulla gestione dell’azienda che, negli ultimi mesi in particolare, è improntata su valori di efficienza e rigore; Atac si riserva di valutare i modi più appropriati per tutelare la propria immagine in tutte le sedi”.
Roma, 27 aprile