Quattro arresti, quattro colpi sparati, un quinto non partito solo perché la pistola si è inceppata. E’ la ricostruzione di quanto avvenuto ieri pomeriggio prima della finale di Coppa Italia da parte della Questura di Roma, che in una conferenza stampa nella Capitale ha voluto precisare alcuni punti sulla vicenda. “Un tifoso già noto alle forze dell’ordine (Daniele De Santis, ndr) si è allontanato da un circolo ricreativo nel quale lavorava, il Ciak, al momento del passaggio di alcuni tifosi del Napoli per provocarli con fumogeni e altro materiale pirotecnico. Alcune decine di tifosi del Napoli hanno raccolto la provocazione, l’hanno inseguito armati di spranghe, lui si è visto in pericolo e a quel punto ha estratto la pistola con la quale ha sparato 4 colpi, ferendo tre tifosi del Napoli. Lo stesso De Santis è successivamente scivolato ed è stato raggiunto e pestato a più riprese da altri tifosi del Napoli. E’ arrivato in ospedale con diverse fratture, ma non in fin di vita. E’ in stato di arresto, per rissa, tentato omicidio e detenzione di arma da fuoco. Ha negato di aver sparato. Era con altre due persone, che però non hanno partecipato alle provocazioni da lui messe in atto”, il racconto del dirigente Digos Diego Parente, sulla sparatoria.
Il Questore Massimo Maria Mazza poi chiarisce: “Gli arresti al momento sono 4. Oltre a De Santis, sono in stato di fermo anche i tre napoletani feriti: tutti avevamo precedenti penali. La Digos di Roma e quella di Napoli stanno collaborando per cercare di individuare tutti gli altri partecipanti, che si sono dileguati”. “Gli incidenti di grande entità sono avvenuti tutti successivamente alla sparatoria, in quei minuti di grande concitazione è stata anche aggredita una funzionaria di polizia. Tutto quello che è avvenuto prima è poca roba”.
Poi la smentita sulla presunta trattativa con i tifosi: “Non c’è stata. Noi come polizia abbiamo assecondato alla richiesta della società Napoli, che ci aveva chiesto di spedire il capitano sotto la curva. Hamsik ha spiegato due cose ai propri tifosi: i “colleghi” della Fiorentina non erano coinvolti negli incidenti. E soprattutto, non era vero che il tifoso ferito, Ciro Esposito, era morto. Qualcuno – aggiunge il Questore – aveva fatto circolare apposta questa notizia. Come pure, a un certo punto, era iniziata a girare la notizia che ci fosse anche un bambino tra i feriti”. Proprio come nel derby della Capitale del 2004. Ma nonostante i chiarimenti, le polemiche sono destinate a continuare.
Roma, 4 maggio