Cinquantacinquenne anni, Angelo Rapiti, conduceva una vita tranquilla, era marito e padre. Fino a pochi giorni fa sembrava che scoppiasse di salute. Nel giro di quattro giorni è stato stroncato da un male inaspettato che non sono riusciti a spiegare nemmeno i medici dei tre diversi ospedali ai quali si era rivolto. I magistrati di piazzale Clodio dovranno fare chiarezza sulla morte del cinquantacinquenne che, dal 27 aprile al 1 maggio, è stato rimbalzato tra i pronto soccorso del Cto, del Sant’Eugenio e del Fatebenefratelli. I tre ospedali sono finiti sotto la lente della Procura. Dopo la denuncia dei familiari di Angelo, infatti, il pm Simona Marazza ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha iscritto sul registro degli indagati 11 medici che, in tempi diversi, hanno avuto in cura il paziente.
Il calvario di Angelo inizia il 27 aprile quando accusa forti dolori all’addome. Alle 10 di mattina si precipita al pronto soccorso del Cto, ma dopo alcune analisi di routine viene trasferito all’ospedale Sant’Eugenio. Angelo arriva al secondo nosocomio nel tardo pomeriggio e i medici lo sottopongono ad una serie di accertamenti. Dopo quasi dodici ore passate tra le sale del pronto soccorso, non viene rilevata nessuna patologia di particolare gravità e il paziente decide di tornare a casa. Il giorno successivo Angelo si rivolge al suo medico curante che, dopo averlo visitato, gli prescrive una terapia. Nessuna medicina sembra però fare effetto: i dolori continuano, sono sempre più insopportabili. La mattina del 1 maggio, quindi, il paziente si reca presso il Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina. Viene ricoverato, i dottori decidono di sottoporlo a una tac. Mentre gli accertamenti sono in corso, però, Angelo muore.
Le cause del decesso sembrano un vero e proprio mistero e i familiari di Angelo non riescono a darsi pace: la moglie e le figlie vogliono risposte, chiedono chiarezza. Per questo motivo, assistite dall’avvocato Alessandro Marcucci, hanno denunciato la vicenda in Procura. Tre diverse strutture hanno visitato Angelo e nessuno si è accorto che stava rischiando la vita, come è possibile? I consulenti nominati dal pm dovranno rispondere a questa domanda. Hanno già disposto il sequestro delle cartelle cliniche del paziente e l’autopsia del corpo. Gli accertamenti medico legali inizieranno oggi pomeriggio e saranno svolti dal professor Guido De Mari. Si tratta di una vicenda che ricorda l’odissea sanitaria di Giorgio Manni, il muratore di 51 anni deceduto nel luglio del 2011 al policlinico di Tor Vergata, dopo essere stato “palleggiato” tra i pronto soccorso di Subiaco, Tivoli, e Roma. Manni si era presentato per cinque volte in ospedale chiedendo di essere ricoverato, ma era sempre stato dimesso dopo un veloce controllo. Nel giro di una settimana era deceduto. Dall’autopsia era poi emerso che l’uomo aveva il fisico logorato da un tumore in stadio avanzato che non era mai stato rilevato dagli accertamenti medici.
Roma, 7 maggio