La seduzione del corpo femminile nell’arte del 900, sarà in mostra alla Gnam, Galleria Nazionale di Arte Moderna, dal 5 giugno al 5 ottobre, dove verranno esposte circa 130 opere dei più grandi artisti del 900, come Modigliani, Picasso, Mirò, Man Ray e Dalì, in cui attraverso il linguaggio artistico viene espressa la donna e il suo corpo in tutta la sua sensualità e sessualità.
Il percorso della mostra si articola in cinque sezioni, tutte caratterizzate da un proprio titolo e da una forte carica passionale e provocatoria, ognuna delle quali è dedicata a particolari aspetti della seduzione esercitata dal corpo femminile attraverso l’interpretazione e l’emozione di ogni artista, visioni, tutte, che convergono nello stravolgimento dei sensi e dell’eccitazione davanti all’immagine del corpo femminile. S’innesta qui la provocatoria lettura che della seduzione ha offerto il sociologo francese Jean Baudrillard, secondo il quale essa non appartiene alla sfera della natura, ma a quella dell’artificio e insieme a quella del segno e del rituale.
La prima sezione della mostra La seduzione del corpo femminile nell’arte del 900, dal titolo “Le belle apparenze”, presenta le opere di Modigliani e le fotografie di Man Ray. Qui il nudo femminile, esplode in tutta la sua trasgressione, provocazione ed erotismo, esaltato da linee morbide e sinuose, e da pose languide e accoglienti. Modigliani nelle sue raffigurazioni femminili tra le più sensuali e, appunto, seducenti, mentre Man Ray nelle modelle fotografate in pose provocanti, trovano esiti dirompenti.
La seconda sezione, intitolata “Seduzione/Sedizione”, conduce la rappresentazione artistica del corpo femminile nella sua progressiva destrutturazione, attraverso la continua sperimentazione che persegue servendosi del geometrismo, del monumentalismo, del dinamismo e della scomposizione cubista, abbandonando le logiche perseguite dal naturalismo. In questa sezione troviamo artisti come Gino Severini, Giuseppe Capogrossi, Carlo Carrà, Renato Guttuso, Manzù, Victor Brauner, Eric Heckel, Joan Mirò, Enrico Prampolini. Gli autori di area surrealista, ben presenti nella rassegna grazie al fondo donato al museo da Arturo Schwarz nel 1998, offrono spesso un’immagine fortemente deformata della sessualità femminile. Infatti, la leggibilità della realtà è intaccata dall’interferenza dell’inconscio, conducendo all’autodistruzione ed alla cancellazione del corpo così come tradizionalmente l’arte l’aveva raffigurato, sino alla sua deformazione ai limiti del mostruoso.
La terza sezione è ” L’oggetto del desiderio”, in cui la seduzione del corpo femminile assume le forme di particolari anatomici sessuali, ma anche di oggetti-feticcio. Si parte dalla rappresentazione di parti anatomiche femminili, spesso decontestualizzate, per giungere agli oggetti comuni investiti di implicazioni erotiche: dalla bambola di Hans Bellmer, alla donna-scarpa di Salvador Dalì , all’Objet mobile di Max Ernst.
La sezione “La bella e la bestia” è dedicata alla confusione, mista a paura, della sovrapposizione dell’elemento umano con quello animale, o comunque non umano. particolarità questa, esplorata già dagli antichi miti greci, che ha sempre attratto e spaventato, e che nel gioco della seduzione esercitata dal nudo femminile, offre molteplici approdi: dall’inconscio e dall’automatismo di Surrealisti come Breton e Masson al simbolismo di Picasso.
Infine c’è l’ultima sezione della mostra, “La bella addormentata”, che allude all’attrazione esercitata dal corpo femminile abbandonato nel sonno, fra vulnerabilità e passività. Il tema, trattato sin dall’antichità, raggiunge in molte delle opere qui presentate un effetto straniante, come nei nudi trattati con linearità arcaizzante da Modigliani o nelle ninfe dormienti di Giorgio De Chirico.
Roma, 24 maggio