Nonostante l’apertura del sindaco Marino alla creazione dei cosiddetti quartieri a luci rosse, Roma vanta da anni la presenza di zone dove la piaga della prostituzione in strada è all’ordine del giorno. Da Prati Fiscali all’Eur, è un problema che pesa sulla sicurezza e sull’ordine e che non sembra poter essere risolta in tempi brevi. A nulla valgono i continui blitz notturni delle Forze dell’ordine o le multe e le ordinanze proposte dall’ex sindaco Alemanno, le ragazze il giorno seguente tornano puntuali al loro ‘posto di lavoro’, come se nulla fosse accaduto.
“Sentiamo il Sindaco totalmente assente, ci aspettavamo di avere un riscontro dopo l’esposto formale a tutte le Autorità, invece nulla” così commenta il comitato Salviamo Prati Fiscali. Dopo un primo incontro con il delegato alla sicurezza Cristina Matarazzo era stato garantito che la questione sarebbe stata risolta in breve tempo, ma nel giro di un paio di settimane le lucciole sono tornate in strada. La storia non cambia se ci spostiamo all’Eur dove le turnazioni lavorative cominciano già dal mattino, si trovano i trans con un camper a ore, gli scambisti agli Archivi di Stato e le giovani dell’Est a viale Tupini. A poco o nulla è valsa la Commissione speciale di marzo a cui hanno partecipato il Comandante del Corpo dei Vigili Urbani, Raffaele Clemente, e i cittadini dei comitati di quartiere per discutere di possibili soluzioni di controllo. Una delle proposte era stata quella di introdurre la Ztl notturna per scoraggiare i clienti, ma nulla è stato fatto e il progetto è stato abbandonato in sede di consiglio municipale.
La prostituzione non è legale ma non è un reato e le amministrazioni locali sembrano impotenti senza una legge nazionale che regolamenti il problema. L’apertura di Marino a trasformare Roma in una piccola Amsterdam non è stata ben accetta da Sveva Belviso, capogruppo del Nuovo centrodestra di Roma, che dichiara: la proposta dei quartieri a luci rosse “non è altro che una forma di ghettizzazione delle donne e di svilimento ulteriore delle loro condizioni di lavoro”.
Roma, 27 maggio