Giuseppe Garibaldi nasce a Nizza il 4 luglio 1807, è stato un grande condottiero, soprattutto in Italia e in Sud America, per i suoi meriti è conosciuto anche come “l’eroe dei due mondi”.
Garibaldi intraprende la vita da avventuriero, già all’età di 14 anni decide di diventare mozzo, incominciando a girare i mari. Sembra che a Costantinopoli entrerà in contatto con le idee mazziniane.
Nel 1834 era arruolato nella Marina piemontese, si assentò per unirsi a un’insurrezione popolare in Lombardia, ma fallì subito e Garibaldi non riuscì a tornare in tempo sulla nave, dove fu dichiarato disertore. Fu così che, per scappare dal mandato di cattura, cominciò un lungo periodo di latitanza.
Sotto falso nome fuggì in Brasile, si unì alla Repubblica Riograndese. Le sue scorribande in mare cominciarono ad accrescere la sua fama di condottiero, liberava schiavi e assaltava navi. La sua fama lo portò ad essere cercato in Uruguay, dove serviva il suo aiuto per difendere la Repubblica uruguayana, fondò la Legione Italiana, dove comparsero le prime tuniche rosse. In quegli anni in Sud America conobbe Anita, i due si sposeranno nel 1842.
Dopo le gesta sudamericane, Garibaldi riuscì a tornare in Italia, erano passati dodici anni, e nel 1848 prese parte alla Prima Guerra di Indipendenza. Difese la Repubblica di Milano e la Repubblica Romana, ma quando si mise in viaggio per accorrere in difesa di Venezia, morì sua moglie Anita. Tornò in Sud America, riprese la vita da navigatore, fino al 1954 quando tornò in Italia, stabilendosi in Sardegna, dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento.
La sua indole di condottiero e il sentimento patriottico per un’Italia unita, si risvegliarono presto. Nel 1859 tornò sul campo di battaglia, generale dei Cacciatori delle Alpi, affrontando gli austriaci nella Seconda Guerra di Indipendenza. Garibaldi cominciò ad organizzare l’impresa storica.
Radunò i Mille: mille volontari con l’obiettivo di unificare l’Italia. I Mille sbarcarono in Sicilia e, battaglia dopo battaglia, sconfissero l’esercito borbonico. Poi l’incontro con Vittorio Emanuele a Teano, dove Garibaldi gli consegnò il meridione. Mancava solo Roma, che non riuscì a liberare. Provò in più di un’occasione, nel 1867 quando fu sconfitto e arrestato, e subito dopo quando fuggì dalla prigionia, insieme con 8.000 volontari tentò di nuovo la liberazione, ma nella battaglia di Mentana fu definitivamente sconfitto dai francesi.
Nel 1866 non va dimentica la sua partecipazione nella Terza Guerra di Indipendenza per liberare il Trentino. Dopo i successi iniziali fu costretto a tornare indietro sotto l’ordine del generale La Marmora.
Dopo l’Italia si schierò con la Repubblica francese contro i prussi, guidando vittoriosamente l’Armata dei Vosgi.
Nei suoi ultimi anni si dedicò alla scrittura e si risposò con Francesca Armosino.
Morì il 2 giugno 1882 a Caprera.
Roma, 2 giugno.