1989, in Cina vanno in scena proteste contro la tirannia, il 5 giugno un ragazzo cinese si pone davanti a dei carri armati, bloccandoli; quel coraggioso senza nome sarà ricordato come il Rivoltoso Sconosciuto.
Il 1989 sarà ricordato con il nome l’ Autunno della Nazioni, quando in Europa vengono rovesciati i regimi comunisti. Crollerà il Muro di Berlino e terminerà la Guerra Fredda.
In Cina studenti, intellettuali ed operai sperano di guadagnare anche loro la libertà. In piazza Tienanmen, a Pechino, le manifestazioni assumono toni importanti. Non riusciranno a spuntarla, e il regime comunista cinese reprimerà nel sangue quella rivolta. Il sacrificio di molti non servì per la libertà, ma aiutò il mondo a conoscere maggiori informazioni di cosa succedeva in Cina.
Il simbolo di quella rivolta diventò il Rivoluzionario Sconosciuto. Un anonimo ragazzo cinese, disarmato, si oppose ai carri armati diretti verso la Città Proibita di Pechino. L’anonimo con una certa disinvoltura contrappose ai bestioni armati una resistenza passiva, le macchine tentarono di aggirarlo per continuare la loro strada, ma il ragazzo si spostava bloccandoli di nuovo. Improvvisamente il ragazzo salì sulla torretta del carro armato e pronunciò delle parole, di cui esistono soltanto varie ipotesi, chi sostiene che disse: “Perché siete qui? La mia città è nel caos per colpa vostra”; altre fonti: “Arretrate, giratevi e smettetela di uccidere la mia gente”; e più semplicemente: “Andatevene!”.
La repressione continuò. Il ragazzo resta ancora oggi anonimo. La rivista britannica Sunday Express, suppose che si trattò di uno diciannovenne di nome Wang Weilin.
Che fine ha fatto il Rivoluzionario Sconosciuto? Non esistono fonti certe, ma sono molte le notizie che raccontano che il ragazzo sia stato giustiziato qualche tempo dopo il suo coraggioso gesto. I censurati e controllati mass media cinesi, dicono che il ragazzo non è stato ucciso e vive in Cina, oltre a credere che sia difficile vivere nell’anonimato in tutti questi anni, non c’è molta attendibilità da parte degli organi di stampa cinesi controllati dal Governo. Ricordiamo che il Governo Cinese, vergognosamente nasconde il numero delle vittime della repressione, allora ne dichiarò appena 300, mentre la Croce Rossa, Amnesty International e soprattutto vari testimoni, parlano di migliaia di vittime, addirittura punte di 12.000 morti, per non calcolare i feriti, almeno 30.000.
L’agenzia di stampa AsiaNews, nel 2009 scrisse che il ragazzo si chiamava Wang Lianxi, che ha passato 18 anni in carcere fino al 2007, quando è stato trasferito in un ospedale psichiatrico dove sarebbe ancora trattenuto.
Roma, 4 giugno.
