“La candidatura di Roma per i Giochi del 2024 sarebbe molto forte”. A dirlo è il presidente del Cio, Thomas Bach, che al Salone d’Onore del Coni a Roma, in occasione delle celebrazioni del Centenario del Coni, è tornato sulla possibile candidatura della Capitale per le Olimpiadi.
“Non è un segreto che una candidatura di Roma per i Giochi del 2024 sarebbe molto forte. L’Italia – ha spiegato Bach – è un Paese con grande passione sportiva e grande atleti che combina efficienza nell’ospitalità e nell’organizzazione. Si tratterebbe di una candidatura molto forte che avrebbe la simpatia di molti, non solo nella famiglia olimpica ma all’interno di tutto il movimento”. Per Bach però c’è bisogno di cambiare le regole per l’assegnazione: “In passato, se ci si voleva candidare bisognava costruire tanti stadi con capienze speciali per gli spettatori, questo sistema è sbagliato, all’epoca forse era giusto ma non risponde a esigenze del mondo di oggi. Dobbiamo cambiare strategia chiedere ai candidati come considerano le olimpiadi, come entrare nel tessuto sociale del paese e in che modo le organizzerebbero al fine di lasciare un retaggio per il futuro dal punto di vista sociale”.
Dunque aprire a candidature che possano davvero creare infrastrutture durature, che servano alle città ospitanti e che siano davvero il futuro per la società. Perché le Olimpiadi “sono un’opportunità per fare economia e per crescere, ma serve farlo capire all’opinione pubblica”. Parole dirette quindi a quegli stati che vedono in questi eventi solo occasione di spreco. Ultimo caso però quello del mondiale brasiliano, ma per Rio 2016 Bach è fiducioso: “Non c’è tempo da perdere , ma abbiamo fiducia. Tutti stanno collaborando con grande spirito di collaborazione, sono certo che le Olimpiadi in Rio saranno piene del tipico entusiasmo dei brasiliani. Abbiamo visto grandi progressi”.
Contento di questi giorni di celebrazione al parco del Foro Italico per il centenario il presidente del Coni Giovanni Malagò: “91 discipline hanno partecipato, dalle più grandi alle più piccole, quelle olimpiche e non. E’ stata una grande promozione per lo sport e non rimarrà un episodio isolato, ma dovrà essere celebrato ogni anno. A metterci la faccia sono proprio gli atleti stessi”. Poi torna a parlare degli impianti del Coni a Roma: “Non solo l’Olimpico aperto a queste iniziative ma anche tutti gl ialtri, come il centrale del tennis ier sera per il volley. Per questo vogliamo fare dei lavori e stiamo lavorando con il Coni Servizi e le Istituzioni”. Ed esalta le parole di papa Francesco: “Durante la festa del CSI, ha detto che educazione, sport e diritto al lavoro sono tre punti cardine della società. Lui è il nostro miglior spot”.
Poi nel pomeriggio le celebrazioni con il capo dello stato Giorgio Napolitano: “Siamo particolarmente vaccinati contro l’irruzione nello sport della retorica dei nazionalismi – ha detto Napolitano – Una cosa, però, è la retorica, altra è l’orgoglio nazionale verso quelle atlete e quegli atleti che concorrono con il Tricolore sul petto: dobbiamo sollecitare il massimo dell’attenzione della politica per il mondo dello sport anche se bisogna preservare lo sport dalle strumentalizzazioni della politica”. Durante la cerimonia il presidente Malagò ha premiato Alberto Tomba e Sara Simeoni, ex campioni di sci e salto in alto, atleti del secolo. Poi rivolgendosi a Napolitano ha detto: “Il futuro dell’Italia si deve legare ai cinque cerchi. Il Coni e la bandiera olimpica sono coetanei. Entrambi sono nati nel 1914. Prendo questa coincidenza come un segno del destino che la storia può riservarci se saremo in grando di fare squadra insieme alla città, al governo ed a Lei che rappresenta l’unità del nostro Paese”. Un riferimento alla possibile candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024.
Roma, 9 giugno