Il PD romano è in subbuglio dopo i ballottaggi per le comunali nella provincia di Roma e nel Lazio. Nonostante la vittoria a Fonte Nuova, troppo deludenti sono stati i mancati risultati a Civitavecchia, Tivoli, Guidonia e Grottaferrata. E la polemica è dietro l’angolo.
“Il Pd deve superare impostazioni burocratiche e scelte di conservazione che nella gestione del partito nel Lazio sono ancora presenti”, dice Mario Ciarla, consigliere regionale vicino al parlamentare Umberto Marroni. “Quando non c’è in campo Renzi, i nodi vengono al pettine – il commento del parlamentare europeo Enrico Gasbarra – I risultati elettorali delle amministrative nel Lazio e in particolare della provincia di Roma evidenziano la necessità di adeguare il partito locale alla velocità e modernità della segreteria nazionale. Il messaggio degli elettori è chiaro e tutti noi eletti nelle istituzioni e alla guida del partito con umiltà dobbiamo raccoglierlo”. E dopo il primo attacco, indiretto a Melilli, continua: “Al di là delle maggioranze e minoranze costruite su congressi ormai lontani dalla enorme massa di elettori delle europee, va costruito da subito e unitariamente un nuovo modello di partito locale aperto e moderno capace di mettere in campo tutte le energie”. E Melilli sbotta: “Io sono segretario da due mesi. La stagione della ricerca dell’unità non può cominciare con attacchi e polemiche. Convocherò nei prossimi giorni l’assemblea, formerò l’esecutivo e spero che tutti diano il loro contributo. Concentriamoci sulle cose concrete, sul piano di rientro del Comune e sulla nascita della città metropolitana, non rivolgiamo lo sguardo al passato”. Mentre Nicola Zingaretti è chiaro: “Nei ballottaggi, visto anche il numero dei votanti, prevalgono soprattutto le vicende locali. Ma bisogna andare avanti con l’innovazione”. Per il 18 iugno riunione del Pd romano, mentre per quello regionale acque ancora agitate. Ma qualcosa, dicono in molti, cambierà, ancora.
Roma, 10 giugno