L’ordinanza anti alcol stenta a decollare. A Campo de’ Fiori bottiglie e bicchieri pieni l’altra notte se ne sono visti tanti anche dopo le 22. Nei locali della storica piazza, in un tripudio di bandiere tricolori, in molti assistevano alla partita Inghilterra-Italia e il rischio di tafferugli è stato alimentato da qualche bicchiere di troppo. “Qui non si beve, in teoria – sghignazza un ragazzetto dall’andatura ciondolante – ma in pratica stiamo tutti ubriachi. L’alcol? Te lo vendono, stai sereno…”.
Dunque, boccali di birra e bicchieri di vino e whisky portato da un gruppetto appollaiato sulle scale della statua di Giordano Bruno, sono tornati a scorrere indisturbati, in una serata che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto segnare una svolta. “Annamo a fà a botte con gli inglesi” gridava qualcuno un po’ alticcio al termine della partita. Fortunatamente, però, la batosta sul campo ha scoraggiato i pochi supporter anglosassoni presenti in piazza, alcuni rintanati all’interno dei pub, altri invece “camuffati”, drink alla mano, con maglie azzurre della nazionale italiana.
La presenza di agenti e carabinieri fa sì che si beva con più discrezione e senza allontanarsi troppo dai tavolini dei locali. I barman intanto vendono indisturbati bevande alcoliche e qualcuno raccomanda di bere senza uscire fuori dal locale: “Bevi qui e poi esci fuori”. Il primo gol degli azzurri, a poco più di mezz’ora dal fischio d’inizio, è il viatico perfetto per far partire un’ormai intramontabile Seven Nation Army, colonna sonora del trionfo ai mondiali del 2006. I carabinieri intanto fermano un gruppetto di giovani dall’aria sospetta, mentre a due passi dalla statua di Bruno, una ragazza inglese con vestitino color salmone, golfino bianco e sandali, si sdraia su uno scalino in segno di resa con una bottiglia di birra in mano.
Otto minuti dopo l’una, il raddoppio dell’Italia: ed è all’incrocio tra via dei Cappellari e vicolo del Gallo che partono i brindisi per festeggiare la rimonta azzurra. Al fischio finale la piazza esplode. Bongos, bandiera e soprattutto bicchieri in mano. Nella vicina piazza Farnese, qualcuno ha strappato delle transenne scaraventandole a terra, mentre un passante prende a calci un portone. “È una serata particolarmente euforica, è vero, ma l’alcol non c’entra” dice il proprietario di un bar. Nessuna scazzottata nei locali che intorno alle tre spengono le luci. La festa e l’alcol, però, in piazza andranno avanti fino all’alba.
Roma, 16 giugno