Il 1° agosto 1976, sul circuito di Nurburgring, in Germania, Niki Lauda era già lanciato verso la conquista del titolo mondiale piloti, dopo aver dominato tutto l’inizio campionato.
La gara iniziò subito male per il ferrarista, che montò gomme da bagnato, prevedendo che la pioggia sarebbe continuata, invece cessò, e la pista cominciò già ad asciugarsi in alcuni tratti.
Durante quel primo giro Lauda perse numerose posizioni, andò subito ai box per cambiare le gomme da bagnato con quelle slick, uscito dai box si lanciò all’inseguimento del gruppo, ma a causa delle gomme fredde perse aderenza lungo la curva Bergwerk.
L’incidente fu terribile, Lauda perse il controllo della vettura, la sua Ferrari colpì una roccia che stava fuori dalla pista, a causa dell’urto il casco di Lauda si sganciò volando via, ma il peggio ancora doveva arrivare. La Ferrari di Niki aveva perso benzina, fatalmente prese fuoco e il pilota non riusciva ad uscire dall’abitacolo, coraggiosamente i suoi colleghi Harald Ertl, Guy Edwards e Brett Lunger, tentarono di estrarlo dalla vettura, alla fine ci riuscì Arturo Merzario.
Nei giorni seguenti la vita di Lauda era appesa ad un filo, il suo volto e il suo corpo subirono delle ustioni permanenti, ma il pilota aveva inalato i pericolosi gas nocivi della benzina che era bruciata, dopo qualche giorno Lauda si riprese, e dopo poco tempo tornò a gareggiare per concludere il campionato. Quel campionato del 1976 ha ispirato anche il recente film Rush, James Hunt, alla guida della sua McLaren, approfittò dell’assenza di Lauda, rimontando la classifica. Il campionato si risolse all’ultima gara, a favore di James Hunt.
Roma, 1° agosto 2014.
