Roma, 13 Agosto 2014 – Si chiamava Simone Camilli. Era un giornalista italiano, di Roma, rimasto ucciso durante il disinnesco di un missile israeliano, insieme ad altre 6 persone. La conferma, dopo una serie di voci che si sperava fossero infondate, è arrivata purtroppo oggi dalla Farnesina.
“La morte di Simone Camilli è una tragedia, per la famiglia e per il nostro Paese”, ha affermato il ministro degli Esteri Federica Mogherini, che ha espresso il suo cordoglio per la morte del giornalista italiano. “Ancora una volta è un giornalista a pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni e per la seconda volta in pochi mesi piangiamo la morte di ragazzi impegnati con coraggio nel lavoro di reporter”, ha ricordato la Mogherini. A maggio aveva infatti perso la vita,in Ucraina, un altro reporter italiano, Andrea Rocchelli.
Simone Camilli, romano, aveva 35 anni. Era giornalista professionista dal 2008 e lavorava per la Associated Press come giornalista televisivo dal 2005. Dopo la maturità scientifica, si era laureato all’Università La Sapienza di Roma in Storia e religioni islamiche. Prima di Ap, aveva collaborato con l’International Found for Agricoltural Development. A Gerusalemme dal 2006, è stato spesso inviato nella Striscia di Gaza. Camilli, che lascia la compagna e la figlia di 3 anni, è il primo giornalista straniero ucciso dall’inizio del conflitto a Gaza, nel quale hanno perso la vita oltre 1.900 palestinesi e 67 israeliani. Reporter di esperienza, aveva al suo attivo moltissime missioni in Medio Oriente, Palestina, Turchia, Libano. Tre anni fa, insieme a Pietro Bellorini, aveva realizzato il documentario “About Gaza”.
A causare la morte sarebbe stato un razzo israeliano rimasto inesploso, al quale le persone si erano inavvertitamente avvicinate. Camilli stava documentando la situazione con la telecamera. E’ morto così un ragazzo, all’ improvviso, mentre stava facendo il suo lavoro. Per una guerra senza senso.