Roma, 2 setembre 2014 – “La Lazio con fiocco giallo per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vicenda dei marò italiani trattenuti in India”. Ad annunciarlo, il presidente della società biancoceleste Claudio Lotito in un’intervista al quotidiano Il Tempo, definendo l’atto di solidarietà in questione “un obbligo civico”. L’iniziativa si lega alle dichiarazioni del presidente Tavecchio che in altra sede ha parlato di perdita del senso di appartenenze alle questioni nazionali, quando invece “chi rappresenta l’Italia deve sentirsi un brivido nella schiena. E chi rappresenta il nostro Paese deve avere l’orgoglio di rappresentarlo, anche nel momento in cui opera nell’interesse dello stersso. “I marò sono stati seguiti, ma non tutelati al cento per cento, e la prova è che ancora non siamo riusciti a portarli a casa”.
Lotito: io il primo in Italia – “Si tratta di un’iniziativa già lanciata due anni orsono. Sono stato il primo in Italia. Inizieremo la prossima settimana di campionato. I particolari li dobbiamo ancora concertare, vogliamo, in pratica, giocare con il fiocco.
Marò trattati come delinquenti – “I due marò italiani sono stati trattati come dei delinquenti comuni, in realtà non lo sono. L’imputazione nei loro confronti è molto grave”, ammette Lotito. “Non conosco le trattative e non posso esprimere giudizi, una cosa è certa: se fosse capitato a un altro Paese, per fare due esempi Israele e la Germania, probabilmente questo non sarebbe accaduto”.
Mobilitare l’opinione pubblica – Secondo Lotito “è necessario che si mobiliti tutta l’opinione pubblica, cosa che ultimamente non è più accaduta, perché in questo Paese si è perduto l’orgoglio dell’appartenenza, l’orgoglio di essere italiani e di rappresentare la nostra bandiera nel mondo. Ormai siamo permeati da un clima nel quale ognuno tutela i propri interessi, dimenticando che facciamo parte di una grande comunità. Bisogna risvegliare questo spirito patriottico, di comunione, perché chi difende le nostre istituzioni ha il diritto, nei contesti internazionali, di avere la certezza di essere tutelato e non soltanto dal punto di vista formale, ma anche sostanziale”.