Roma, 12 settembre 2014 – Sfumato l’accordo tra proprietà e sindacati, fissato per il 23 lo sciopero al Fatebenefratelli. Dopo l’ennesima fumata nera, i sindacati (Fp Cgil, Cisl Fp e Ugl sanità) hanno fatto sapere l’inconciliabilità delle posizioni fra le parti, rispedendo al mittente nuovamente l’accordo, sottoscritto al momento solo dalla sigla Uil e dalle organizzazioni dei medici. Lo stato di agitazione rischia di fatto di far salvare i servizi assistenziale del nosocomio dell’Isola Tiberina.
I sindacati – Causa della diatriba, un Piano di rientro e tagli per ben 14 milioni di euro, a partire dagli stipendi dei dipendenti. L’accordo come già detto è stato già firmato dalle organizzazioni sindacali dei medici, ma non dal personale infermieristico, oltre che dai tecnici. “Dopo una lunga discussione, l’azienda ha ribadito che non accetta di modificare il piano” ha spiegato Roberto Chierchia della Cisl Fp. “Siamo consapevoli della crisi finanziaria dell’ospedale, ma non possono essere colpiti i lavoratori. Tra l’altro il piano riguarda non solo i dipendenti, ma anche i lavoratori della cooperativa Sinapsi che fornisce l’attività di supporto”.
L’ospedale – Ma non finisce qui, naturalmente, infatti i sindacati hanno anche sottolineato che “l’azienda non ha accolto neanche la nostra proposta di effettuare un referendum tra i lavoratori dell’ospedale, per dimostrare che la maggioranza è d’accordo con noi”, con l’auspicio di un intervento della Regione Lazio che però ieri non era presente al tavolo in Prefettura.
Cosa che non ha minimamente scomposto la proprietà, che sembra intenzionata a tirar dritto per la sua strada: “Chi ha già sottoscritto gli accordi in questione rappresenta, di fatto, la maggioranza dei lavoratori iscritti a tutte le organizzazioni mediche e del comparto presenti nel Nosocomio”, riferisce in una nota Gianluigi Baroni, avvocato della Price Waterhouse Cooper, società incaricata con la Società di Consulenza KPMG e lo Studio Professionale Bonelli Erede Pappalardo di occuparsi dell’operazione di rilancio dell’Ospedale. E sui tagli agli stipendi, precisa: “Non è vero che la manovra sul costo del lavoro riguarderà solo i trattamenti retributivi. Tale intervento è previsto in via sussidiaria ed eventuale. Prima di arrivare a ridurre gli stipendi, il piano prevede di agire su altre ‘leve’, come la riorganizzazione delle attività, il prepensionamento, la ‘mobilità regionale, il taglio degli sprechi e l’eliminazione delle aree di inefficienza”.