Roma, 23 settembre 2014 – Tre anni per il primario Aldo Fierro, due anni per i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite, Silvia Di Carlo e un anno ciascuno per gli infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe, tutti accusati di omicidio colposo. Sono le richieste del sostituto procuratore in Corte d’Appello Mario Marcus per la squadra di sanitari dell’ospedale Sandro Pertini, la struttura dove fu ricoverato Stefano Cucchi . La richiesta è stata fatta al termine della prima udienza in corte d’Assise d’appello.
“Cure inadeguate – ha detto il Pg Mario Remus – Lo dicono chiaramente i numerosi consulenti che sono stati sentiti in udienza nel corso del processo di primo grado. La trascuratezza dei medici appare ingiustificabile. Stefano entra in stato di detenzione in condizioni fisiche già precarie, magro, emaciato, con poca massa muscolare. Era un paziente fisicamente difficile che richiedeva cure particolari e non ordinarie“. Le condotte contestate agli infermieri, secondo la pubblica accusa, sono accomunabili a quelle dei medici e per loro, infatti, stata chiesta la condanna ad un anno di reclusione anche se per entrambi “non ci fu una deliberata volontà di non curare Stefano“.
“Speravo di non dovere più mettere piedi in un’aula di tribunale dopo la sentenza di primo grado che mi ha visto assolvere con formula piena ma oggi mi ritrovo qui a dovermi giustificare nuovamente per la morte di Stefano Cucchi – dice uno degli infermieri, Giuseppe Flauto, alla stampa – Il Pm ha voluto prendere nel mucchio noi infermieri, accusandoci di non aver fatto determinate cose in determinati giorni. Io sia il 18 che il 19 ottobre nemmeno ero in servizio e sono proprio questi due giorni ad esserci contestati. Ci è stato detto di non aver fatto l’Ecg a Stefano. Ma come avrei potuto farlo se non c’ero? Come si fa ad imputarmelo? Dire che è stata una mia negligenza è assurdo. Il Pm ha voluto generalizzare accusando tutti gli infermieri. La verità è che abbiamo cercato di aiutare Stefano, altro che negligenza e imperizia“.
Una vicenda quella del giovane che si tinge sempre più di giallo. Secondo l’accusa infatti, Cucchi era stato picchiato nelle celle del Palazzo di Giustizia poco prima dell’udienza di convalida. “C’è la prova che Stefano non avesse segni di aggressione violenta prima di arrivare in udienza – ha detto il Pg – L’aggressione è avvenuta dopo l’udienza di convalida dell’arresto e prima della sua traduzione in carcere“. Tant’è che “in udienza ha battibeccato, si è alzato più volte, ha scalciato un banco; certo non avrebbe potuto farlo e fosse stato fratturato“. Per il rappresentante dell’accusa “la localizzazione delle lesioni sul corpo di Stefano non porta a credere che siano state causate da una caduta accidentale, bensì da una aggressione vera e propria. Stefano era di una magrezza eccezionale; il suo esile corpo ha scattato la fotografia di un’aggressione volontaria e intenzionale“. Dunque per il Pg “è stato aggredito dagli agenti della Polizia penitenziaria che lo avevano in custodia“.
