Roma, 23 settembre 2014 – Siamo a Rakka, in Siria, mentre i Raid americani conducono la loro battaglia anti-Isis, gli abitanti della zona continuano a vivere la vita di sempre.
Donne Oggetto – La triste realtà che si vive in Siria e nelle altre zone dove domina la cultura islamica, la donna è considerata un oggetto, estromessa dalla vita sociale. Considerata inferiore all’uomo anche dalla giustizia, come possiamo leggere in questa notizia.
Adesso è il caso di Fatoum Al-Jassem, secondo l’agenzia iraniana Fars, la ragazza siriana è stata condannata a morte da una corte locale, in seguito alla costituzione di una corte locale autnoma, figlia della sharia imposta dall’Isis: la sua colpa è stata quella di aver posseduto un account Facebook, considerato equivalente all’adulterio. Pena la lapidazione.
Lapidazione – La pena della lapidazione, è una condanna a morte, dove la vittima viene seppellita fino al petto dentro il terreno, una volta immobilizzata, resta vulnerabile la testa, che diventa l’obiettivo della folla, che inferocita comincia a scgliare pietre contro la vittima, fracassandogli di conseguenza il cranio.
La lapidazione è compiuta quando la vittima è stata uccisa a seguito dei forti colpi ricevuti.
24 Settembre 2014 @ 08:18
State passando ai lettori un messaggio fuorviante. Questa non è giustizia siriana: questo è il fanatismo dell’ISIS, nemico del regime siriano, che occupa con la forza Raqqa e una vasta area nel nord della Siria. Al contrario, l’accesso a Facebook è libero in Siria, almeno nel territorio sotto il controllo del regime.
24 Settembre 2014 @ 08:40
Buongiorno,
l’intervento dell’autore è stato corretto.
Grazie della segnalazione
Cordiali saluti