Le Quattro giornate di Napoli sono state un episodio storico di insurrezione popolare avvenuto tra il 27 e il 30 settembre 1943 e hanno portato alla liberazione della città partenopea, al tempo occupata dalle forze tedesche.
L’antefatto – Negli anni della guerra Napoli ha subìto 107 bombardamenti da parte degli Alleati, portando la città a gravi perdite in termini di vite umane (circa 25.000 le vittime), ma anche in termini di patrimonio artistico.
La città si è svuotata, le famiglie si sono rifugiate in campagna e i restanti si sono distinti in rassegnati, fascisti e disperati. Proprio i disperati, a causa della situazione esasperante, hanno iniziato le prime ribellioni.
Il 22 settembre gli abitanti del Vomero si sono impadroniti delle armi appartenute alla 107ª Batteria e il 25 settembre sono stati prelevati centinaia di moschettoni da una scuola. Gli Alleati hanno iniziato a invitare la popolazione alla ribellarsi e intanto i tedeschi si spazientivano a causa del fallimento del servizio obbligatorio che avevano tentato di introdurre.
Le Quattro giornate di Napoli – Il 27 settembre circa 500 uomini hanno dato inizio ai combattimenti e le prime rivolte si sono verificate proprio nel quartiere Vomero, dove è stata fermata un ‘auto tedesca e ucciso il maresciallo alla guida.
La lotta tra ribelli e soldati tedeschi, pronti allo sgombero a causa delle notizie ricevute circa lo sbarco degli Alleati, è poi continuata in altre zone della città. Nel frattempo alcuni cittadini si sono recati verso il Bosco di Capodimonte per evitare la morte di alcuni prigionieri.
Il 28 settembre alcuni cittadini napoletani si sono uniti ai combattenti e i combattimenti si sono intensificati: a Porta Capunana 40 uomini hanno ucciso sei nemici e ne hanno catturati quattro; altri combattimenti sono iniziati al Maschio Angioino, al Monteoliveto e al Vasto.
I tedeschi hanno risposto ammassando molti prigionieri nel Campo Sportivo del Littorio e subito è partita la reazione degli uomini guidati da Enzo Stimolo, che hanno portato alla liberazione gli uomini catturati.
Il giorno seguente sono andati avanti gli scontri, ma i ribelli ancora non avevano una vera e propria organizzazione, dato che ha portato all’emergere di figure locali (Bonomi, Musella, Bilardo ecc…). dopo l’offensiva tedesca in Piazza Giuseppe Mazzini i ribelli hanno anche subìto delle perdite: 12 morti e oltre 15 feriti.
Il 30 settembre le truppe tedesche hanno iniziato a sgomberare la città e il Professore Antonio Tarsia in Curia si è proclamato capo dei ribelli. Ma gli scontri non sono terminati dato che i cannoni tedeschi hanno colpito tra Materdei e Port’Alba.
La liberazione – Il 1°ottobre, verso le 9:30, gli Alleati sono entrati in città. Le Quattro giornate di Napoli secondo vari autori hanno causato la morte di 168 partigiani e 159 civili; secondo la Commissione ministeriale per il riconoscimento partigiano le vittime sono state 155, mentre secondo i registri del Cimitero di Poggi secondo la Commissione ministeriale per il riconoscimento partigiano le vittime furono 155 ma dai registri del Cimitero di Poggioreale risulterebbero 562 morti.