Roma, 3 ottobre 2014 – “Per comprendere cosa sta succedendo al Teatro dell’Opera bisogna partire da una dato di realtà: gli sforzi compiuti nel corso di quest’anno per il risanamento dei conti e per il rilancio (si partiva da un buco di 12 milioni) rischiavano di essere compromessi da una situazione di conflittualità e instabilità che è arrivata a determinare la rinuncia del maestro Muti alla direzione di due allestimenti chiave per la stagione 2014-15, e ai danni gravissimi (economici e di immagine) che questa situazione ha provocato“. A dirlo in una nota Giovanna Marinelli, assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale.
“Il rischio ravvicinato – continua Marinelli – era quello della chiusura integrale, del licenziamento di tutti, della rinuncia ad avere un’Opera a Roma. La strada scelta è certamente difficile ma è l’unica che possa far superare questi scogli e l’unica capace di mostrare una via di rilancio per il teatro. Questo ha animato le decisioni del Cda e, con lui, l’amministrazione di Roma Capitale, la Regione Lazio e il Mibact. Credo che la città, chi ama davvero l’Opera di Roma, questo lo abbiano capito. È la voglia di ripartire (anche con questi orchestrali se riorganizzati e con un diverso modello contrattuale) e non qualche assurda voglia punitiva che ci ha mosso. Altre soluzioni – conclude l’assessore alla Cultura – le avremmo pagate, magari tra qualche mese, con la bancarotta del teatro, l’impossibilità di accedere alla legge Bray, una ben più drammatica chiusura che avrebbe segnato la fine della lirica nella nostra città“.