La questione del Cinema America fa ancora discutere. Ad intervenire sono due grandi registi da sempre vicini alle sorti dell’America e degli occupanti, Ettore Scola e Francesco Rosi: “Prendiamo atto con forte rammarico della scelta del sindaco di Roma Ignazio Marino e dell’assessore alla cultura Giovanna Marinelli, i quali hanno oggi rispettivamente preferito rispondere a una missiva istituzionale privata e dichiarato che il Comune si ferma al dialogo con la proprietà attuale del Cinema America e al vincolo appostovi dal Mibact – dichiarano in una nota –, scegliendo di trascurare e declassare la sollecitazione venutagli da noi e da tutte le più eminenti e popolari figure del cinema italiano e del suo prestigio internazionale. Con sentimento personale di offesa, non ci resta che rinnovare per l’ultima volta al sindaco la nostra richiesta di manifestare gli intenti del Comune rispetto alle due istanze che abbiamo a cuore con tanta parte della cittadinanza: la pronta riapertura del Cinema America e la garanzia di continuità dell’esperienza dei giovani che l’hanno riconsegnato alla città dopo i 14 anni di un abbandono al quale oggi si ritrova consegnato“.
A rispondere però è proprio l’Assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale Giovanna Marinelli: “Ci deve proprio esser stato un corto circuito se gli impegni presi – e resi pubblici in una lettera del sindaco – per il Cinema America siano stati scambiati quasi come una offesa da due straordinari uomini di cinema come Ettore Scola e Francesco Rosi. Allora vediamo di rendere chiaro cosa ha fatto e cosa si impegna a fare il Comune per trovare una soluzione positiva alla situazione che si è creata con lo sgombero del Cinema America. Partiamo dal fatto che quella esperienza di animazione di una sala chiusa da quindici anni ha rappresentato per i giovani e per il quartiere un elemento positivo e vitale di cultura. Questo lo abbiamo detto e manifestato praticamente quando ho dato il patrocinio e dichiarato di qualità e di pubblico interesse l’arena che i ragazzi del cinema America hanno animato a piazza San Cosimato. È un giudizio che confermo e che condivido con il Sindaco. Per quanto riguarda la soluzione di questa vicenda dobbiamo avere consapevolezza che si tratta di un edificio in mano a dei privati i quali hanno manifestato intenzione di trasformarlo in appartamenti. È una richiesta che è stata bloccata dal ministro Franceschini (l’unico che ne aveva i poteri) con l’apposizione di vincoli che noi condividiamo con lui e giudichiamo essenziali per cercare di uscire positivamente dalle secche. Per questo il Sindaco nella sua lettera annunciava gli incontri con la vecchia proprietà, perché se vogliamo trovare una soluzione c’è bisogno che o questa cambi idea o si decida a vendere ad un soggetto o una cordata di soggetti che possano acquistarlo col fine di mantenere la sua vocazione culturale e di continuare l’esperienza di questi due anni. A questo stiamo lavorando ed è la nostra risposta agli appelli che Scola, Rosi (persone a cui siamo legati da stima e affetto) insieme a tanti altri ci hanno rivolto. Mi spiace che il nostro lavoro sia stato scambiato per disattenzione ma noi siamo i primi a volere che il cinema America torni ad essere un luogo di cultura“.
8 ottobre 2014