“Reagire a scioperi e agitazioni sindacali con licenziamenti di massa è condotta antisindacale. Per questo motivo il sindacato dei musicisti ‘Unione artisti – Unams’ ha depositato oggi, presso il Tribunale Ordinario di Roma, un ricorso contro il Teatro dell’Opera di Roma chiedendo l’immediata revoca della delibera adottata il 2 ottobre“. Questo quanto si legge nella nota del gruppo, che non vuole arrendersi alla decisione del cda del Teatro presa una settimana fa e che comporterà il licenziamento dei musicisti e l’esternalizzazione del servizio.
Secondo Dora Liguori, segretario generale Unams, “la vicenda dell’Opera di Roma s’inserisce in un contesto di smantellamento delle istituzioni musicali nel nostro Paese che, calpestando i diritti dei lavoratori e le prerogative sindacali, appalesa l’intento di perseguire modelli gestionali che, di fatto, ledono il nome e la dignità dei musicisti italiani nel mondo. Chi mai più aderirà ad un sindacato o parteciperà ad azioni sindacali se il licenziamento delle maestranze viene ritenuto una legittima rappresaglia contro le agitazioni?“.
Per gli avvocati Giuseppe Leotta e Roberta Bortone ai quali si è affidata l’Unams, l’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori “sanziona con una disposizione molto efficace i comportamenti del datore di lavoro che impediscano o limitino libertà e attività sindacali e diritto di sciopero. È proprio in forza dei diritti sanciti dalla Costituzione che il Sindacato procede ponendo l’articolo 28 a fondamento del proprio ricorso“.
9 ottobre 2014
