Daniele De Santis sparò prima di essere aggredito ad una distanza non superiore al metro. Questo, il risultato dell’incidente probatorio disposto dal gip Giacomo Ebner, per determinare le responsabilità del tifoso romanista, al momento unico indagato per l’uccisione di Ciro Esposito, prima della finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina. Sui guanti di De Santis sarebbero state ritrovate tracce di polvere da sparo, ma nessuna di sangue. Questo secondo particolare ha convinto la procura – impegnata nel ricostruire l’esatta cronologia dei fatti – sugli stessi guanti, però non sarebbe presente alcuna traccia di sangue. Un particolare che ha convinto la procura ipotizzare un andamento diverso degli stessi rispetto a quanto disposto dal Racis.
Dinamica – Di contro, infatti, la stessa pistola che esplose i colpi mortali ai danni del tifoso partenopeo, presentava sulla canna e sull’impugnatura tracce ematiche evidenti, appartenenti ad ALfonso Esposito, anche lui raggiunto ferito dall’arma impugnata da De Santis. In questo caso si ipotizza che il tifoso romanista fu disarmato dopo il ferimento degli altri tre e colpito alla testa con la stessa arma da lui precedentemente impugnata. La pozza di sangue rinvenuta sul luogo dell’incidente, invece, sarebbe da ricondurre a De Santis, compatibile questa con il taglio alla gamba dovuto al fendente ricevuto in risposta agli spari.
14 ottobre 2014
