In questi giorni la cronaca romana è “impazzita” per la vicenda della presunta chiusura del Bar Pompi di via Albalonga. In molti hanno riportato la notizia secondo cui il gestore e proprietario del bar sarebbe sul punto di vendere la propria attività a degli imprenditori cinesi, con la conseguenza che ben 60 lavoratori perderebbero il posto. Non si è chiarito però il motivo per il quale questi lavoratori potrebbero perdere il posto se, invece di chiusura, si trattasse, come realmente sembra, di un trasferimento dell’attività di Pompi all’Eur.
Nei molti articoli pubblicati non si è nemmeno ricordato che ormai l’attività di Pompi è un’industria dolciaria con una vasta rete di distribuzione dei propri prodotti. Senza contare inoltre che possiede e gestisce altri locali nella città di Roma, come quello a Piazza di Spagna in via della Vite e quello a Ponte Milvio. Non sembra quindi che l’attività di Pompi stia davvero per chiudere. La decisione intrapresa dal Municipio VII e dalla Polizia Municipale comandata da poco più di un anno da Raffaele Clemente, può essere giustificata dal fatto che i residenti di via Albalonga avevano da tempo denunciato l’occupazione sistematica e abusiva di vaste porzioni di suolo pubblico da parte di auto parcheggiate in modo, appunto, abusivo.
Per questo un gruppo di cittadini si era riunito per combattere l’abbandono della via Albalonga, scontrandosi con le autorità competenti. Infatti i più agguerriti del gruppo, circa 70 sottoscrittori coordinati da due avvocati, avevano deciso di depositare un esposto alla Procura della Repubblica di Roma nel gennaio 2013, per il mancato intervento della Polizia Municipale. Il comandante della Polizia Municipale aveva ricevuto moltissime segnalazioni e denunce circostanziate, con tanto di documentazione fotografica, ma non prese alcun provvedimento. Un cambiamento di direzione si ottenne con l’arrivo nella Polizia Municipale di Raffaele Clemente, diventatone il comandante. Insieme a questo si avviò l’iniziativa delle segnalazioni e denunce via Twitter, che ha reso possibile un’aggregazione dei cittadini e la formazione di comitati spontanei. I residenti da allora assicurano che c’è stato un reale controllo del territorio, mai ottenuto prima da nessuna autorità.
Con Raffaele Clemente si ottenne un presidio frequente della via nelle ore diurne e notturne, specialmente durante i fine settimana, quando maggiore è l’afflusso di persone. Aumentarono anche i controlli durante il giorno, con effetti insperati: diminuzione della sosta selvaggia, sanzioni, quiete pubblica, espletamento dei servizi essenziali. I blitz effettuati dalla tarda serata fino a notte fonda hanno fatto registrare centinaia di multe per doppia fila, sosta su attraversamenti pedonali e in corrispondenza dei crocevia, sugli scivoli per disabili e ancora davanti ai passi carrabili e ai cassonetti e al centro della carreggiata. In seguito all’istallazione di un piccolo spartitraffico sul primo tratto di via Albalonga, per la creazione di due sole corsie, una per senso di marcia, nella speranza di porre fine al problema dei parcheggiatori abusivi.
Gli effetti di questo semplice dispositivo sono stati sbalorditivi, almeno nel tratto interessato dall’intervento, soprattutto si giorno: riduzione drastica, ammesso anche dallo stesso gestore del Bar Pompi, della sosta selvaggia, e un maggiore scorrimento del flusso veicolare. Per questo si è pensato di estendere l’intervento su tutto il tratto di via Albalonga, e ad un relativo spostamento dell’attività di Pompi alla zona dell’Eur.
16 ottobre 2014
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