Lucas Biglia ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Het Laatste Nieuws e ha parlato del suo passato in Belgio, del suo presente e del presunto interesse del Real Madrid: “Ci sono persone ingrate nel calcio. Van Holsbeeck è una di queste persone. Ero alla mia settima stagione con l’Anderlecht – racconta Biglia – ed ero anche il capitano. Stavo male, ma ricevetti la visita di un medico, un avvocato e un ufficiale di polizia che dovevano controllare se fossi davvero malato. Vedo tutta questa vicenda come una macchia nera sul mio curriculum, il club non si è mai preoccupato della mia condizione fisica, ma solo del prezzo di trasferimento. Quando giocavo in Belgio venivo spesso criticato. Mi dicevano che non facevo assist, che non segnavo. Dopo la mia partenza, invece, sono improvvisamente diventato indispensabile. Incredibile, vero? Io mi sono comportato sempre come un vero professionista per sette anni e mi sono caricato sulle spalle tutte le responsabilità per diventare un campione. Arrivavo sempre agli allenamenti un’ora prima e me ne andavo un’ora dopo. Non ho mai detto una parola fuori posto e non mi hanno mai avvistato in una discoteca. L’Anderlecht ha mai ringraziato Biglia? Mai. Il calcio è fatto di persone semplicemente ingrate. Questo è il modo in cui mi hanno ringraziato, ho fatto tutto quello potevo per questo club e posso dormire sonni tranquilli. Per questo non ho più alcuna intenzione di stringere la mano a Van Holsbeeck”.
La replica del direttore sportivo è arrivata subito: “Biglia è una delle scoperte dell’Anderlecht, abbiamo sempre creduto in lui, anche quando tutto e tutti erano contro di lui. La stampa e i tifosi lo pressavano troppo, mentre la dirigenza l’ha sempre aiutato e confortato, soprattutto quando è stato fischiato. Abbiamo avuto pazienza con lui, sia io che il presidente abbiamo permesso che crescesse in pace e diventasse quello che è oggi. Altrimenti non sarebbe il giocatore che è. Quando lo abbiamo visto brillare al Mondiale eravamo veramente orgogliosi di averlo avuto tra le nostra fila. Le parole di Biglia mi addolorano. Ho sempre lottato per lui, ma la memoria di alcuni calciatori è molto breve. Se oggi è una superstar, lo deve principalmente all’Anderlecht. Non viceversa. Resto comunque un suo fan”.
Biglia ha anche parlato del possibile interesse del Real Madrid nel periodo successivo al Mondiale in Brasile: “Era un interesse reale e molto concreto. Di contatti ce ne sono stati soprattutto quando Xabi Alonso si è trasferito al Bayern Monaco. Ma la Lazio non mi avrebbe mai lasciato andare a poche ore dalla chiusura della finestra di trasferimento, così non si è fatto nulla”. E su un futuro ritorno all’Anderlecht ha detto: “Se mi piacerebbe tornare? Assolutamente, mi piacerebbe finire la mia carriera all’Anderlecht. Un giorno o l’altro tornerò”.
16 ottobre 2014