Niccolò D’Angelo, originario di Trapani, è il poliziotto che arrestò la Banda della Magliana. Torna a casa dopo 11 anni e diventa Questore a Roma. Era stato capo della Squadra Mobile romana prima di passare alla Questura di Perugia nel 2003. La città di Roma ora gode di un nuovo Questore. Niccolò D’Angelo infatti prende il posto di Massimo Maria Mazza. Il nuovo capo della polizia romana inizia subito nel dare qualche consiglio ai suoi giovani colleghi, Niccolò D’Angelo ha infatti 60 anni, e indicando alcune linee guida partendo da due semplici concetti, ma fondamentali: “La sicurezza” e la “percezione della sicurezza”. Prima della presentazione alla stampa si è tenuta la deposizione di una corona in memoria dei caduti della Polizia di Stato e la benedizione del Cappellano della Questura Don Nicola Tagliente.
Queste le prime parole del nuovo Questore romano: “La nostra sfida è sulla sicurezza e sulla percezione della sicurezza. So che ci sono della aspettative soprattutto dal punto di vista del controllo del territorio, come del resto in tutte le Questure. Un lavoro che non si fa solo da questi uffici, ma su più tavoli”.
“Spero che la mia memoria storica“, queste le parole di Niccolò D’Angelo riferite da lui agli organi di stampa, “possa servire ai giovani colleghi per essergli d’aiuto in questo momento complesso della storia del nostro Paese“. “Roma è una città di gioie e dolori”, ha proseguito sorridendo, “non mi sarei aspettato di tornarci dopo 11 anni, ma ne sono orgoglioso e per questo ringrazio il capo della polizia ed il Ministro che mi hanno scelto per questo delicato incarico”
Niccolò D’Angelo è stato operativo per 16 anni a Roma, dove divenne conosciutissimo come il poliziotto che arrestò la Banda della Magliana, negli anni ’80 e ’90. Commenta quindi la situazione della criminalità organizzata attiva in questi tempi nella Capitale: “La situazione criminale di oggi rispetto ai tempi della Banda della Magliana è completamente diversa. Quando nel 1975 con l’Operazione Sicilia riuscimmo a portare a processo 200 affiliati di quella che ancora non si chiamava come la conosciamo oggi, fu per noi un momento esaltante. Il fatto che oggi non ci sia più la Banda della Magliana non vuol dire che non esista la cultura delle mafie. La criminalità continua a imperversare nel nostro Paese e Roma rimane una forte piazza di riciclaggio”.
Ha inoltre aggiunto: “Il concetto di Banda della Magliana è passato alle cronache con questo nome ma è un concetto improprio. Erano due le bande a Roma in quegli anni, Testaccio e Magliana, che per l’incapacità di avere la meglio l’una sull’altra hanno poi unito i loro sforzi criminali. A quel tempo gli episodi vennero trattati separatamente, poi riuscimmo a scoprire che era un filo unico arrivando agli arresti ed ai processi che tutti conoscono”.
Il nuovo Questore di Roma ha voluto anche trattare l’argomento del terrorismo, un’ombra sempre più presente in questi tempi, specialmente il terrorismo di matrice islamica legato all’Isis. Niccolò D’Angelo ha commentato così: “Non dobbiamo dimenticare che Roma è la culla della cristianità, ma non dobbiamo neanche fare allarmismi“. Riportando a galla un vecchio ricordo del 1985, ovvero l’attentato al Cafè de Paris e alle linee turche a Piazza della Repubblica: “Io ho sempre davanti lo spettro del terrorismo”.
Un altro tema importante affrontato dal neo Questore di Roma è quello relativo alla violenza degli stadi, andando incontro quindi alle nuove disposizioni del Viminale riguardo alla faccenda, Niccolò D’Angelo dice: “Lavoreremo per evitare gli incidenti soprattutto all’esterno dello stadio Olimpico dove sono successi negli ultimi tempi gli episodi più gravi. Su questo argomento ci sono ampi margini di miglioramento. Certo molto si è fatto ma miglioreremo quegli aspetti che sono stati studiati con l’Osservatorio“.
16 ottobre 2014