Ancora una protesta dei giovani medici davanti la sede del Miur. Stavolta la richiesta è la tutela dei diritti sollevata dopo il caos che ha fatto seguito alla prima prova nazionale presso le scuole di Specializzazione. Diritti “lesi“, secondo centinaia di ragazzi provenienti da tutta Italia, dopo il riconoscimento dell’errore di somministrazione del questionario relativo alla prova in questione da parte del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca del Cineca, il consorzio universitario che ha preparato il test di ingresso alle specializzazioni di Medicina.
Assiepati sulle scalinate – I giovani hanno riempito poco alla volta la scalinata d’ingresso del ministero di viale Trastevere: la soluzione proposta dal ministero, infatti, sembra essere del tutto insoddisfacente: neutralizzazione di due domande per l’area medica e di altrettante per quella dei servizi clinici con un ricalcolo dei punteggi in graduatoria. NO, non basta: la controparte chiede al Governo di farsi carico e trovare le risorse per la copertura degli studenti meritevoli così come stabilito all’interno della graduatoria iniziale, senza nessun tipo di ricalcolo e senza, appunto annullare domande. Un iter che potrebbe insomma ripercorrere quello dei bonus maturità, tutelando parallelamente le migliaia di candidati vittime del disservizio sull’accesso alle Scuole di specializzazione.
Rivedere le modalità di accesso agli studi di Medicina – Maggiori borse di studio per gli specializzandi, di cui 5 mila finaziate dallo Stato, 471 dalle singole Regioni e 33 da parte di enti e soggetti privati.
La protesta – tanti gli striscioni e gli slogan di protesta: “#medici #12milaBorse”; “Finanziamo la vostra salute”. Alcuni, naturalmente più polemici, che rimandano al giorno del test: “70 non lo fai se il cellulare non ce l’hai”. C’è chi minaccia di ricorrere agli avvocati: “Maltempo in arrivi da tutta Italia… pioggia di ricorsi”. Ognuno dice la sua e promette battaglia. “Chiediamo – spiega all’Adnkronos Salute il presidente dell’Associazione nazionale giovani medici, Walter Mazzucco – che la politica si assuma la responsabilità. Il danno è stato compiuto. È necessario che con la prima legge di spesa si ripristinino risorse per poter sanare la posizione di tutti i colleghi, che hanno tutti diritto alla formazione e devono essere tutelati dallo Stato italiano. Il problema è complesso, ci rendiamo conto che servono tantissimi soldi per farlo, ma – conclude – troviamo le soluzioni assieme per poter dare a tutti la possibilità di garantire il diritto allo studio”.
5 novembre 2014
