“Mio figlio più grande mi ha chiamata: corri mamma c’è un uomo che sta prendendo Paolo (nome di fantasia) dal seggiolino. Sono corsa nel cortile: ho visto un individuo che prendeva in braccio il mio bimbo di otto mesi. Ho urlato a squarciagola. Lui, dopo avermi minacciata di spararmi in testa, è fuggito su un furgone”. Questo il racconto di una madre ancora sotto shock a Il Messaggero, dopo il tentativo di due cittadini di etnia rom di rapire il più piccolo dei propri figli, poi arrestati grazie all’intervento della polizia. I sequestratori, infatti, sono stati fermati a bordo di un furgone. Per i due rom di via Salone, V.S. di 42 anni e Z.A. di 47, sono scattate le manette. La madre del bambino li ha riconosciuti senza possibilità di errore anche in virtù dei dettagliati indizi forniti agli agenti per il riconoscimento del mezzo su cui i due rom viaggiavano – bianco e con un braccio meccanico di colore rosso. L’arresto, data la flagranza di reato, è stato convalidato dal pubblico ministero competente.
L’episodio, avvenuto in zona Tor Tre Teste, risale al pomeriggio di sabato 14 novembre. Mamma del piccolo, una donna di origini straniere sposata con un italiano di professione manovale incensurato, due figli, uno di sette anni e uno di otto mesi, quest’ultimo oggetto della tentata sottrazione di minore. Continua il Messaggero: “Viviamo con poco – ha raccontato la donna agli agenti intervenuti – Io bado ai figli mentre mio marito lavora come carpentiere. Erano le quattro del pomeriggio – ha continuato – volevo uscire con i bimbi. Ho messo il piccolo sul seggiolino e siamo andati in cortile. Poi mi sono accorta di aver scordato il giubbotto del più grande e sono risalita in casa. A quel punto mio figlio più grande ha iniziato a gridare. Sono uscita e ho visto quell’uomo che aveva già aperto la cintura del seggiolino e stava per prendere Paolo”.
17 novembre 2014