“Scoperchiata la ‘Cupola’ che ha le mani sulla Capitale e della quale, secondo gli inquirenti, fanno parte esponenti politici di destra e sinistra al servizio di personaggi come l’ex Nar Massimo Carminati. Se hanno un minimo di dignità tutti i coinvolti dovrebbero immediatamente dimettersi dalle proprie cariche pubbliche, così come ha fatto l’assessore Pd alla casa Ozzimo“. A dirlo i parlamentari e consiglieri del Comune e dei Municipi di Roma in una nota congiunta con i colleghi della Regione Lazio e della commissione nazionale Antimafia. “L’operazione ‘Terra di Mezzo’ svela i contorni di un ramificato sistema corruttivo nelle amministrazioni locali del Lazio che, come da noi denunciato più volte in ogni sede istituzionale e giudiziaria, inquina l’assegnazione di incarichi, appalti e finanziamenti pubblici – dicono i 5 Stelle – L’operazione di stanotte, frutto dell’encomiabile impegno della procura di Roma e delle Forze dell’ordine, ne è l’ennesima dimostrazione, con una lista di indagati e arrestati che abbraccia destra e sinistra, da Alemanno a Luca Odevaine, capo di Gabinetto del sindaco Veltroni e già al Ministero dell’Ambiente con la Melandri, l’ex ad dell’ente Eur, Riccardo Mancini e l’ex presidente di Ama Franco Panzironi, nomi messi lì dall’amico sindaco di turno. Il fatto che siano coinvolti nell’indagine anche Eugenio Patanè, consigliere Pd Lazio, il capogruppo di FI Luca Gramazio e il presidente dell’Assemblea capitolina, Mirko Coratti, dimostra a cosa servono veramente le larghe intese“.
“Grazie alle forze dell’ordine e magistratura e grazie alle parole del procuratore capo Pignatone che dopo anni di frasi del tipo la mafia a Roma non c’è oggi dice chiaramente che nella capitale la mafia esiste e purtroppo ha rapporti con la criminalità“, commenta invece il coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli. “Dalle spiagge di Ostia, agli investimenti nel centro di Roma oggi si apre un capitolo inquietante che è quello degli appalti pubblici ottenuti dalla mafia con la complicità trasversale della politica sia di centrodestra che di centrosinistra. Bisogna fare chiarezza e pulizia con rapidità. Il caso Di Stefano, l’inchiesta di oggi spero segni la fine di un sistema politico“.
“A Roma serve un’ondata di civismo. Ognuno, nel suo piccolo, deve reagire. Da anni denunciavamo intrecci di malaffare e interessi, in alcuni casi riferiti agli arresti odierni. Il caso di Ama Spa è solo quello più evidente“, dicono invece Rossana Dettori, segretaria generale Fp-Cgil Nazionale, e Natale Di Cola, segretario generale Fp-Cgil Roma e Lazio. “Oggi la giustizia ci ripaga di anni di lotte solitarie e spesso condotte contro troppe resistenze nella città continueremo a fare il nostro dovere, che è quello di difendere i lavoratori e attraverso loro i servizi ai cittadini. Ma serve uno sforzo condiviso, che cioè coinvolga tutti. Gli apparati dello Stato, le amministrazioni pubbliche, i fondi pubblici e gli appalti, le società partecipate, ritornino ad essere strumenti rivolti alla ricerca del benessere collettivo. Oggi, ancora oggi, sono spesso strumento per soddisfare interessi particolari. E in un giorno così tragico per la città, non possiamo certo gioire dicendo ‘avevamo ragione’. Continueremo – concludono i sindacati – a chiamare i problemi con il loro nome. Inizino a farlo tutte le istituzioni, e lo faccia la politica limitando la sua ingerenza. Su Roma il peso di interessi economici illeciti e di una criminalità da colletti bianchi è diventato asfissiante. La città si ribelli”.
2 dicembre 2014